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Resoconto

Resoconto

Sull’aereo che la sta portando ad Atene dove terrà un seminario, una scrittrice inglese si trova a dialogare con il vicino di posto: un imprenditore greco che le racconta, quasi in un monologo fiume, tutta la sua vita, dei suoi matrimoni falliti, i rimorsi e i rimpianti e le preoccupazioni per un figlio problematico. La donna è ben disposta ad ascoltare e il racconto dell’uomo non s’interrompe mai. Lui ha bisogno di parlare, lei di conoscere le vite degli altri. I due, una volta arrivati ad Atene, restano in contatto e l’uomo la invita a fare un giro in barca, unico bene rimastogli dopo l’ultima separazione. Nel frattempo la scrittrice inizia il suo seminario, incontrando i partecipanti e dando loro alcuni compiti che dovranno portare a termine. Durante il dibattito che si crea nelle riunioni del gruppo, ciascun partecipante racconta la propria esperienza riguardo al compito dato; il racconto verbale diventa a sua volta narrazione che la scrittrice ascolta e assimila. Nelle pause tra un incontro e l’altro, oltre a uscire in barca con l’imprenditore, la donna ritrova un vecchio amico con il quale pranza in un ristorante al quale partecipa anche una scrittrice greca che, di nuovo, approfitterà dell’occasione per raccontare di sé, della sua vita, delle sue esperienze. Ogni incontro e ogni dialogo, per la scrittrice inglese, sono lo spunto per scavare più a fondo nel proprio inconscio, per ragionare sulla propria vita, sui figli rimasti a Londra. Il processo di destrutturazione e analisi dei propri sentimenti, degli atteggiamenti con in quali lei stessa e i suoi interlocutori affrontano la vita, si impasta nella calura di un’estate greca che avvolge tutto...

Resoconto è il titolo ideale per questo romanzo che non è davvero altro che questo: la descrizione dettagliata di un periodo della vita di questa donna, esposto alla luce e al calore di un sole mitologico quasi quanto la città di Atene. Ma non pensate sia un termine riduttivo, anzi. Il magistrale metodo con il quale la scrittrice ascolta, assorbe e rielabora le informazioni e le confidenze che riceve è spiazzante. Nessun dettaglio visivo o verbale viene lasciato al caso. La donna, le cui parole pronunciate si contano sulle dita di una mano, lascia a tutti gli altri il compito di raccontare, in una specie di processo analitico di gruppo e uno studio antropologico che le occorrerà per comprendere anche e soprattutto la propria vita. A un incontro ne segue un altro, da un dialogo ne scaturisce un altro ancora e così via, tanto che la trama si sfalda, si scioglie col caldo estivo fino a evaporare del tutto. Resoconto è un fiume senza sorgente e senza foce: una continua ricerca di confidenze, da trattenere come una spugna. “La storia è per metà monumenti, ma per il resto è interpretazione”, viene detto nel romanzo. Così è la vita, forse. I fatti accaduti, quelli della nostra storia, sono i monumenti che ci fermiamo a contemplare, così come quelli delle vite degli altri. Il resto è tutto delegato e destinato all’interpretazione. Questo per scampare all’oblio o ancora peggio, alla menzogna. Perché, è vero che ciò che conta è la verità, ma per arrivarci occorre essere sinceri ed è votandosi alla sincerità che vengono alla luce le ombre delle quali non possiamo che vergognarci, non desiderando poi altro che scomparire. Difficilissimo smettere la lettura di questo romanzo, pena perdere il filo del discorso, il soggetto che sta raccontando, il punto esatto in cui la scrittrice in quel momento si trova. Difficile smettere anche per la qualità di questa che potremmo considerare una riscrittura, un filtro successivo a ciò che realmente è stato detto, fatto e visto. Un resoconto, appunto.