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Ricette crudeli

Ricette crudeli

“Odio cucinare / odio lavare i piatti / odio sparecchiare / odio stirare / odio togliere la polvere”. La ricetta in questione si chiama Pasta odio e parmigiano, ed è facile da eseguire perché una volta cotta la pasta basta metterla in una ciotola capiente, lasciarla in bianco, spolverarla di formaggio e servirla con lamentele e rancore al proprio partner. Se si ha tempo e più fantasia la pasta può essere cucinata anche in bianco ma mista. Questa ricetta permette di liberare la dispensa da tutti gli avanzi di pasta di diversi formati e diverse cotture e la difficoltà reale di una preparazione di questo tipo sta nell’avere l’accortezza di scegliere paste differenti di marche differenti al fine di evitare assolutamente una uniformità di cottura, così da portare in tavola una zuppiera con del cibo del tutto immangiabile. Una chicca vera e propria è anche la ricetta della Pasta con bu. Per preparare la stessa bisogna essere dei cuochi provetti ma anche degli attori consumati. Si fa cuocere la pasta, si prepara il parmigiano e si scarta l’unica noce di burro raffermo rimasto nella propria carta stagnola in frigo. Ovviamente la quantità di burro non deve essere sufficiente per condire tutta la pasta. Altrimenti diventa passa al burro e invece deve essere rigorosamente al bu. L’abilità è spalmare solo due maccheroni ben caldi con il burro a disposizione e lasciare che il calore possa far arrivare il condimento al resto della pasta. Poi si mescola il tutto con energia e convinzione, si spolvera di formaggio e si serve con compiacimento. I veri cuochi, però, sanno anche sperimentare e osare e allora per i più ardimentosi la ricetta più giusta è la Mouffe di spaghetti: si apre una confezione di sugo già pronto, lo si scalda aggiungendo odori e spezie varie, intanto si cuociono gli spaghetti in abbondante acqua salata. Una volta pronta la pasta la si versa nella zuppiera dove c’è già il sugo e poi si va all’appuntamento urgente che si ha in agenda avendo cura di adagiare gli spaghetti pronti nel proprio frigo e lasciare il tutto intonso per tre o quattro giorni. Qual è il risultato finale di questa ricetta?

Ricette crudeli è IL libro di ricette che ognuno dovrebbe avere sullo scaffale della propria dispensa perché cucinare, così come vivere, a volte può essere uno stress indicibile e allora bisogna avere necessariamente un prontuario per abbassare la “carogna” e ripristinare il buonumore. E poi vuoi mettere la soddisfazione di dettare al telefono una “nuova” ricetta alla conoscente invidiosa, alla vicina di casa petulante, alla suocera insopportabile, alla zia impicciona? Maurizio Semplice non poteva farci un regalo più apprezzabile! Questo manualetto tascabile (è tascabile sul serio, non tanto per dire!) può essere portato con sé nella propria borsa e sbirciato di tanto in tanto in metro o in tram. Lo si può lasciare nel cassetto della propria scrivania in ufficio per essere consultato “contro il logorio della vita moderna”, o addirittura lo si può inserire nella sacca dei giochi dei bambini da portarsi al mare e sfogliarlo in spiaggia per prendere spunto e magari portarsi a casa qualche “ingrediente” trovato per caso sotto all’ombrellone per nuove e sorprendenti ricette crudeli. Il fatto è che il libriccino di Semplice è molto di più di un divertissement letterario e pur se fa sorridere di gusto fa anche riflettere, e tanto. La società 2.0 post pandemia e annaspante in venti di conflitto vorrebbe poter servire a più di una persona ricette così crudeli o quantomeno sognare di farlo. Siamo stressati, preoccupati, impauriti e forse anche moderatamente arrabbiati: Ricette crudeli è il prontuario al buon umore che dovremmo avere tutti a portato di mano, il libro più utile che mi è capitato di leggere in questo 2022.