
“Quello che si respira all’interno di questo testo è la richiesta che il mondo possa provare a pensarsi grande quanto è la scuola”, scrive nella sua prefazione Raffaele Mantegazza, docente di Scienze umane e pedagogiche a Milano Bicocca. Seguono nove densi capitoli in cui l’autore analizza gli elementi principali della vita scolastica. Nel primo rammenta la situazione critica e inedita innescata dal Covid-19, pandemia che ha evidenziato la difficoltà delle istituzioni scolastiche, e non solo, nel fronteggiare l’emergenza. Segue un capitolo dedicato all’innovazione didattica, perseguita da molti ma non sempre applicata in modo sistematico e diffuso, tale da realizzare un contesto operativo positivo, come quello generato dalle relazioni interpersonali costruttive e dalla collaborazione. I due capitoli successivi trattano, il primo, del sistema scuola dal punto di vista di chi vi opera e da quello dei responsabili politici dell’istruzione pubblica, spesso lenti o incapaci di intervenire in modo fattivo; il secondo esamina l’integrazione tra cultura, ambiente e organizzazione scolastica. I temi trattati, con dettagliata concretezza, nei capitoli che vanno dal quinto all’ottavo sono: l’organizzazione scolastica in ogni suo aspetto, dai piani dell’offerta formativa all’organizzazione degli spazi; il lavoro di gruppo dalla sua programmazione assembleare fino alla comunicazione dei risultati; i laboratori, intesi come elementi fondamentali dell’insegnamento e dell’apprendimento; l’accoglienza e l’inclusione. L’ultimo capitolo è dedicato alla situazione della scuola negli anni della pandemia. Segue un’appendice in cui si propongono alcune possibilità organizzative di gruppi e ambienti durante il lavoro quotidiano in classe...
Rodolfo Apostoli, che è stato insegnante e dirigente scolastico e che, come scrittore, si è occupato di problemi giovanili, di integrazione e di organizzazione di comunità, in questo suo saggio offre ai lettori “riflessioni, idee e proposte di un direttore didattico”. Un contributo importante, dunque, basato sull’esperienza e sulla pratica quotidiana. Scrivere di scuola non è mai tempo perso e qui lo constatiamo, seguendo un itinerario in cui si evidenziano i tanti aspetti positivi della scuola, insieme al percorso per evolvere sempre più verso il meglio. Si parte dal capovolgimento del punto di vista corrente, secondo il quale è la scuola a doversi adeguare, di volta in volta, alla società. Qui invece si chiede che sia la società ad adoperarsi per poter essere all’altezza della scuola, del suo vissuto quotidiano e delle sue potenzialità, superando, come ben nota ancora Mantegazza, sia la narrazione spesso monotona e piatta dei mass media, sia le imposizioni che vengono dall’alto, altrettanto spesso legate a mere considerazioni economiche o a un facile autoritarismo spicciolo. Se, infatti, apprendimento e insegnamento potessero divenire l’elemento privilegiato nella società, e non solo nella scuola, tanti cambiamenti positivi si potrebbero verificare all’interno delle aule scolastiche, sostiene l’autore, così che i bambini e i ragazzi si troverebbero sempre al centro degli obiettivi educativi di una società davvero adulta. Il saggio si conclude coerentemente con la filastrocca di Gianni Rodari Una scuola grande come il mondo nella quale, tra le altre, leggiamo questa verità assoluta e indiscutibile: nel mondo che si fa scuola “ci sono esami tutti i momenti / ma non ci sono ripetenti: / nessuno può fermarsi a dieci anni, / a quindici, a venti, / e riposare un pochino”.