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Ritorno in apnea

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Il 31 dicembre 2019 Pechino comunica all’OMS di aver registrato alcuni casi di “polmonite di eziologia sconosciuta”; una settimana dopo, il 7 gennaio, viene isolato il Coronavirus causa di questa polmonite, il Sars-CoV-2; circa un mese dopo, il 20 febbraio, all’ospedale di Lodi viene individuato il primo paziente nostrano affetto da Covid-19; tre giorni dopo, il 23, ad Alzano Lombardo, presso l’ospedale Pesenti Fenaroli, due bergamaschi risultano positivi al virus. Mentre questo accade Anna Maria Selini, giornalista, si trova a Roma: impotente, è da lì che vede Bergamo e la provincia, il suo luogo natale, cadere preda dell’epidemia. Finché il 7 aprile non decide di prendere un treno e di tornare a casa, per documentare ciò che sta accadendo, soprattutto tramite le testimonianze degli abitanti. La prima intervista che raccoglie è quella di Emanuele Di Terlizzi, l’assistente di volo che, dal suo balcone, ha fotografato i camion che stavano uscendo da Bergamo per portare le salme delle vittime di Covid-19 a essere cremate altrove. Ascolta poi la storia di Francesco Zambonelli, che tra il 21 febbraio e il 13 marzo ha perso entrambi i genitori, “a causa della gestione dell’emergenza da parte dell’ospedale” – cioè il Pesenti Fenaroli. È poi il turno di Alessandra, il cui padre è entrato allo stesso nosocomio i primi giorni di marzo, per poi non uscirne più…

Sia al cinema – è uscito nelle sale il 12 luglio 2021 – sia su carta, Ritorno in apnea documenta le tre ondate di Coronavirus che si sono verificate in Italia tra marzo 2020 e giugno 2021. Libro e film sono entrambi realizzati da Anna Maria Selini (giornalista che ha collaborato, tra l’altro, con la Rai, Repubblica.it, “Corriere della Sera” di Bologna e “l’Unità”), e in entrambi il focus principale è sulle testimonianze – forti, nude, crude – raccolte tramite interviste ai cittadini di Bergamo e provincia durante la prima ondata. Da queste conversazioni emerge infatti uno spaccato di cosa sia stato vivere in uno dei più grandi epicentri della pandemia; cosa abbia significato essere lì, in quei posti, a livello umano; e come la malagestione da parte di istituzioni ed enti abbia contribuito alla propagazione del contagio. La bravura di Anna Maria Selini è quella di unire questi tre macro-filoni, ricavandone un racconto corale impreziosito da aneddoti personali e analisi comportamentali portate avanti da psicologi, che possono aiutare il lettore a capire anche le proprie reazioni e i propri pensieri. Il tono grave con cui è portata avanti l’opera viene meno a mano a mano che si esce dalla prima ondata e si imboccano la seconda e la terza, affrontate in maniera diversa anche a livello collettivo. Per le testimonianze raccolte, per la lucidità e l’onestà della narrazione, Ritorno in apnea è ad oggi uno dei report più coscienziosi e apprezzabili pubblicati in Italia sul Covid-19.