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Romantico in giallo

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Har Solo è il nome d’arte di Arrigo Solo, ex poliziotto e ora investigatore privato, anzi, come dichiara nel suo profilo Instagram, “investigatore galattico”. Ha passato la trentina, vive e lavora a Napoli e si è specializzato in adulteri e figlie ribelli che scappano di casa, soprattutto quando si tratta di gabbie dorate. Da qualche tempo soffre di strani blackout di memoria, vuoti totali che hanno anche la durata di giorni e in questo istante gli fanno chiedere come mai si trovi seduto sul bordo del letto, alle 4 del mattino, con il cravattino slacciato sull’elegante vestito blu, una scarpa indossata e allacciata e l’altra che giace sul pavimento. Postumi di una sbornia? Forse. Intanto però lo specchio gli rimanda la sua solita faccia che lo rassicura come un punto fermo. Considerato una vera e propria bellezza dal genere femminile, per i suoi capelli mossi e neri, scuri come gli occhi, che gli danno un’aria trasandata che fa così presa sulle donne, è quando pensa che sia ora di andare a dormire che il suo telefono comincia a squillare. Non si è nemmeno spogliato del tutto che deve raggiungere il salone per rispondere a tanta insistenza. Dall’altra parte la voce di un uomo che non si stupisce e non si scompone nel sentirlo dire che l’averlo chiamato a quest’ora della notte gli costerà un sovrapprezzo. “I soldi non sono un problema - dichiara, infatti - deve venire subito da me, mia nipote è scomparsa”. A chiamarlo è un uomo facoltoso, un anziano principe del Foro napoletano. La giovane è sparita da due mesi...

La curiosità del continuare a leggere il libro senza fermarsi è tutta determinata dalle due storie parallele che procedono, apparentemente senza incontrarsi mai, ma condividendo stranezze di fondo l’una e l’altra, come ad esempio un evento in sottofondo, impronunciabile per buona parte del libro, ma che è sempre presente e mai spiegato, per il quale il lettore fa mille congetture e cerca di darsi mille risposte, carpendo ogni più piccolo particolare, mentre le due storie rimbalzano tra le pagine. Ma al tempo stesso, mentre si procede con la lettura, ci si fa mille domande a cui non si riesce a dare la benché minima spiegazione. Insomma un romanzo d’esordio ben congegnato quello di Brando Improta, giovane attore e regista che può vantare già collaborazioni importanti. L’idea che si ha è che abbia costruito Arrigo Solo, detto Har per questioni di musicalità e di necessità di un nome d’arte, a sua immagine e somiglianza. Pur se non fanno lo stesso mestiere, tra l’altro, ci sono comunque elementi di base come la ricerca, l’investigazione, lo scavare fra i sentimenti della gente e non solo, che li accomuna. Comunque sia, è solo a poche pagine dalla fine che tutti i misteri vengono svelati e si resta davvero senza fiato, perché probabilmente è rappresentato da tutto quello che non avremmo mai immaginato, nonostante le congetture pensate strada facendo. E non è una delusione, anzi, tutt’altro: è un degno finale di un libro insolito, ma che cattura l’attenzione fino in fondo.