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Rosso Istanbul

Rosso Istanbul

Lei, Anna, con il suo Michele e Istanbul: Santa Sofia, il Topkapi, la Moschea Blu, il Gran Bazar. Che bel viaggio, finalmente! Dopo tanti anni passati a costruire una carriera, con determinazione e fermezza. Le stesse che ha messo nella costruzione del suo rapporto di coppia. Una vacanza che potrebbe anche trasformarsi in una straordinaria opportunità di business: il cervello di Anna non dorme mai. La visita alla città è densa, affascinante, piena di ispirazione. Poi un attimo, un battito di ciglia, la tragedia, uno dei compagni di viaggio che muore in un incidente. Dolore che si aggiunge al dolore, perché al trauma di quella morte improvvisa se ne aggiunge un altro, diverso ma ugualmente dirompente. Il dolore di un amore che finisce. Lui, Ferzan, con la sua famiglia e Istanbul, così intima e piena di ricordi, di verità che finalmente ora possono essere svelate. Monumenti, arte, cultura ma anche la violenza di una città che reagisce con manganelli e lacrimogeni a chi protesta in strada per difendere uno storico cinema o un bosco …

Questa prosa ha un gusto rotondo e sensuale, come un bicchiere di vino invecchiato in barrique sorseggiato con calma. Scorre veloce, semplice, all’inizio quasi infantile. Poi succede qualcosa, ad Anna, a Ferzan, alla penna, a chi legge: increspature leggere, come le onde del mare sulla battigia. Ferzan coi suoi ricordi di gioventù, cresciuto senza padre. Anna, il suo alter ego letterario, coi suoi progetti, cresciuta senza madre. Uniti dall’amore, uniti dal dolore. C’è una tenerezza profonda che vibra nelle pagine: rapporti sentimentali, erotici, familiari, amicali. Che importano le parole?  Sono solo sfumature, artifici linguistici. Un romanzo sull’amore che in realtà è un inno alla vita. “Viveva in un interminabile presente: il passato non contava, e nemmeno il futuro sembrava avere più alcuna importanza”. La felicità è qui e adesso.