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Rubare la notte

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Tonio nasce a Lione nel 1900 da una delle famiglie più antiche di Francia, la cui nobiltà risale addirittura alle Crociate. Ma quando ha solo quattro anni, ecco che la sua infanzia e la sua vita vengono per sempre segnate da un evento tragico: il padre muore per un attacco di cuore nella sala d’attesa della stazione di Lione. Tonio è molto piccolo e di quei giorni manterrà sempre dei ricordi piuttosto confusi, anche se alcune immagini lo accompagneranno lungo tutto il corso della sua vita. Dopo la morte del padre Tonio si trasferisce con i suoi quattro fratelli presso la contessa de Tricaud, zia della madre. È in quei giorni che si cementa il legame speciale che unirà per sempre Tonio e la madre, dalla quale non riesce a separarsi. Sempre in quel periodo, Tonio scoprirà un’altra passione: quella per la scrittura. Comincia a comporre poesie in modo quasi ossessivo e si mette poi a recitarle ai fratelli e alla madre, alla ricerca continua di complimenti, di baci e di abbracci. Ma nonostante tutti questi momenti di condivisione, in cuor suo Tonio non può fare a meno di sentirsi solo. Nulla può colmare il vuoto che si porta dentro, nemmeno i tanti tartufi al cioccolato di cui è goloso. Anche quella per il cibo sarà una passione che lo accompagnerà lungo il resto dei suoi giorni. Qualche anno dopo, Tonio confida all’abate Montessuy, un amico di famiglia che spesso viene a trovarli, che gli piacerebbe provare a costruire un motore per una bicicletta volante. L’abate lo aiuta e gli procura un motore a scoppio. Purtroppo gli esperimenti di Tonio terminano quando il motore scoppia in faccia al fratello, per fortuna senza ferirlo gravemente, ma ormai il dado è tratto. L’idea di poter un giorno staccare i piedi da terra e alzarsi in volo ha attecchito nel cuore di Tonio…

Il piccolo principe è uno dei libri più famosi della storia ed è stato tradotto in più di 500 lingue e dialetti diversi. In questo Rubare la notte Romana Petri ricostruisce la vita dell’autore di questo celeberrimo racconto, Antoine de Saint-Exupéry detto Tonio. Non si tratta di una biografia nel senso classico del termine, quanto di un vero e proprio romanzo. L’interesse dell’autrice non è quello di ricostruire i vari eventi che hanno contraddistinto la breve ma intensa vita di Saint-Exupéry, morto a soli quarantaquattro anni in missione durante la Seconda guerra mondiale, quanto quello di evidenziare l’impatto che tali eventi hanno avuto sull’uomo che si è trovato a viverli. Il risultato finale è un libro che tratteggia, con una prosa sempre controllatissima, il ritratto intimo di un personaggio dall’esistenza movimentata, vissuta con gli occhi sempre saldamente rivolti verso il cielo. Quello che esce dalle pagine di Rubare la notte è un personaggio che può sembrare a tratti anche sgradevole, dal momento che l’autrice non si tira certo indietro davanti ai capricci, alle infedeltà e all’incostanza che hanno fatto parte della vita di Saint-Exupéry. Ma forse è proprio questo non voler celare le debolezze a fare emergere con forza ancora maggiore i lati più affascinanti di questa figura: un sognatore che per tutta la vita ha avuto una fortissima “nostalgia dell’infanzia” e che ha continuato a darle sempre la caccia, illudendosi di poterla trovare “oltre le nuvole”. Quelle stesse nuvole che altro non sono che porte aperte su possibili altri pianeti su cui fare dolcemente planare l’immaginazione, perché non c’è “niente di meglio che trovarsi a mille miglia da ogni luogo abitato per farsi venire delle magnifiche idee”.

LEGGI L’INTERVISTA A ROMANA PETRI