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Saggio sul Capitale di Marx

Saggio sul Capitale di Marx
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Marx non ha mai avuto la pretesa di scoprire le “leggi eterne” dell’economia. La sua analisi si è rivolta a individuare i meccanismi del capitalismo, che con la divisione del lavoro ha schiavizzato milioni di uomini ignari della natura del sistema in cui sono stati inseriti. Alla base della struttura capitalistica vi è un’unica norma regolatrice: il “valore lavoro”. Le merci sono costituite dal lavoro umano, sarà poi il mercato a stabilire se questo sia o non sia socialmente utile, accettando o rifiutando il bene che le braccia dell’uomo producono. In una simile organizzazione il lavoratore è totalmente sfruttato dal capitalista che, comprandogli la sua “forza lavoro”, gli concede solo i mezzi di sussistenza per vivere. La situazione della classe lavoratrice è peggiorata quando si è passati dalla concorrenza al monopolio. Dietro al concetto immateriale di “capitalismo monopolistico” vi è un universo di “carne e sangue”, determinato da un’oligarchia di potenti famiglie che governa quasi tutte le risorse di una nazione, creando una sperequazione incolmabile tra poche migliaia di ricchi e milioni di poveri. La dottrina marxista è da considerarsi superata? Vedendo, con la crisi del ’29, come si è avverata la “teoria della miseria crescente”, assolutamente no…

Marx aveva ragione. Il capitalismo è in rapido esaurimento e la rivoluzione socialista è inevitabile. È quanto sostiene Lev Trockij in questo breve testo, scritto come introduzione al primo volume del Capitale. Partendo dall’osservazione empirica della realtà, mette in guardia sulle molte contraddizioni del capitalismo e su come si tenti di salvarlo dalla sua inarrestabile decadenza con nuove forme di assoggettamento dell’individuo, il fascismo e l’imperialismo, o con falsi tentativi di democratizzare l’economia, come il New Deal, per difendere invece il potere dei trust. L’ex dirigente comunista polemizza naturalmente con il riformismo, di derivazione bernsteiniana, di Werner Sombart e dei suoi epigoni Jean Jaurès e Léon Blum, sostenitori dello “sviluppo pacifico” del capitalismo che a loro dire arricchisce e non impoverisce salariati e dipendenti. Tesi, a giudizio di Trockij, contraddetta dalla crisi del ’29 e dal fallimento delle politiche rooseveltiane e keynesiane di frenare la disoccupazione con l’indebitamento pubblico. Se alcune teorie oggi paiono superate - la rivoluzione permanente non si è realizzata e il socialismo è imploso - il Saggio sul Capitale di Marx è una lettura interessante su come guardare i meccanismi lavorativi e di mercato ai tempi della globalizzazione e del dilagare di sovranismi antidemocratici e reazionari.