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San Pietro

San Pietro. Segreti e meraviglie in un racconto lungo duemila anni

1939. Papa Pio XI muore lasciando scritto di voler essere sepolto “il più vicino possibile a San Pietro”. La tradizione vuole che la grande Basilica sia sorta sul luogo di sepoltura dell’Apostolo, martirizzato durante le persecuzioni ai danni dei cristiani ordinate dall’Imperatore Nerone dopo il terrificante incendio di Roma del 64 dopo Cristo, ma si tratta di verità o leggenda? In effetti “è una convinzione così radicata (…) che per tanto tempo non si è mai sentita la necessità di andare a verificare se corrispondesse o meno al vero”. Il nuovo Papa, Pio XII, non perde l’occasione e dà il via a dei lavori di scavo nei sotterranei della enorme chiesa. Sotto le Grotte Vaticane vengono alla luce i resti di un’edicola del II secolo dopo Cristo che gli archeologi indicano come la tomba di San Pietro e – ancora più in profondità – una vasta necropoli romana, sorta accanto al Circo di Caligola e Nerone. Sì, perché proprio in questa area quasi due millenni fa erano situati i giardini della sontuosa villa di Agrippina, nei quali sorgeva anche un ippodromo. Fu questo il luogo scelto da Nerone per le esecuzioni capitali dei cristiani accusati di aver causato l’incendio di Roma, qui morì a quanto pare anche San Pietro, che come molti fu seppellito a poche decine di metri, in un campo. Questa area funebre nei decenni successivi crebbe in dimensioni e prestigio e venne utilizzata anche da pagani, soprattutto come luogo di sepoltura di liberti. Quella che riteniamo essere la tomba di San Pietro si trova a quattro metri di profondità sotto l’altare maggiore della Basilica: “possiamo affermare con una buona dose di certezza che il corpo dell’apostolo venne sepolto nella nuda terra fra il 64 e il 67 dopo Cristo e che la sede della sua sepoltura assunse fin da subito un valore altamente simbolico, divenendo luogo di culto”. Solo un secolo più tardi, intorno al 160, fu costruita l’edicola ritrovata dagli operai del Papa, un modesto monumento funebre poggiato su di un muro sul quale un’antica iscrizione recita in greco “Pietro è qui” e numerosissimi graffiti con nomi e preghiere testimoniano che quel posto era meta di pellegrinaggi. Ma la necropoli sotterranea di San Pietro nasconde molti altri tesori…

Un affascinante, travolgente viaggio lungo duemila anni di storia alla scoperta di tutti i segreti della imponente Basilica di San Pietro, uno dei monumenti più visitati del mondo, orgoglio di Roma e centro della Cristianità. Un monumento dai numeri impressionanti: una lunghezza di 187 metri (218 comprendendo portico e facciata), un’altezza del soffitto di 44 metri con la cupola che svetta fino a 133 metri, 22.000 metri quadrati di superficie occupata di cui più di 16.000 coperti di marmi pregiati. Un monumento però dalle origini ancora in parte avvolte nel mistero e che è stato completato nella sua forma attuale in un arco di venti secoli, dai lavori di interramento della necropoli vaticana voluti dall’imperatore Costantino alla demolizione della Spina di Borgo e alla sistemazione di Via della Conciliazione. A intrattenere i lettori con l’aneddotica storica e con un linguaggio scevro da tecnicismi son capaci più o meno tutti, ma Alberto Angela – oggi senza ombra di dubbio il più celebre e il più capace divulgatore della televisione italiana – riesce sulla carta stampata esattamente come sul piccolo schermo a rendere semplici e godibili anche argomenti più precipuamente tecnici come l’epigrafia latina, le tecniche di scavo, la statica delle strutture. Il susseguirsi di architetti e progetti tra 1450 e 1680 (anno della morte del mitico Gian Lorenzo Bernini) attorno alla costruzione e all’abbellimento della Basilica è avvincente come un film tra sogni, congiure e talento e anche i capitoli finali dedicati a Castel Sant’Angelo, l’ex Mausoleo di Adriano, già luogo di sepoltura di numerosi imperatori romani e in seguito fortezza inespugnabile, sono, almeno per i lettori romani, una chicca davvero imperdibile.