
Lei è soprannominata Karembo, ovvero Bella, perché è nata con la pelle liscia e gli occhi grandi e brillanti, a differenza della sorella maggiore Soila, rugosa e con la testa a punta. Ma nella loro famiglia, al di là della bellezza estetica, tutti i figli sono stati amati e voluti, il padre li ha presentati con orgoglio agli amici. Alla festa della nascita di Karembo, tra i presenti c’è anche un collega del padre, che guardandola ripete continuamente in inglese “Nice baby”. La parola gli piace tantissimo, tanto da decidere di chiamarla proprio così: Nice Retiti, ovvero “bel fico selvatico”. Proprio una pianta di oroteti le darà riparo quando fuggirà dalla cerimonia tradizionale di mutilazione genitale che sancisce il passaggio all’età adulta. Nice Retiti cresce in un villaggio Masai vicino alla città di Kimana, al confino tra Kenya e Tanzania. All’orizzonte le falde del Kilamangiaro e intorno le pianure popolate da gnu, giraffe, elefanti e babbuini. I Masai sono allevatori: mucche, pecore e capre, da vendere al mercato insieme a ortaggi e gli shuka, gli abiti tradizionali, una volta alla settimana. Gli abitanti si spostano in moto o a piedi o a bordo di autobus scassati su strade sterrate. La terra è arida e la polvere ricopre ogni cosa. Nice cresce serena, felice, la voce della mamma che canta inni religiosi è la colonna sonora delle sue giornate…
Sangue è scritto da Nice Leng’ete, una coraggiosa giovane keniota di etnia masai, che racconta la sua storia e la sua battaglia contro le mutilazioni genitali femminiliportata avanti insieme a Amref Health Africa, organizzazione non governativa internazionale che si propone di migliorare la salute in Africa attraverso il coinvolgimento attivo delle comunità locali. Ha le idee chiare Nice, è solo una bambina quando si rifiuta di subire la pratica dell’infibulazione e con l’aiuto della sorella maggiore fugge via dal suo villaggio. Nel libro racconta come è arrivata a diventare la portavoce di Amref nella campagna umanitaria che ha l’obiettivo di abolire le mutilazioni genitali femminili entro il 2030, ma già oggi ha cambiato il destino di centinaia di migliaia di giovani donne. Parla con orgoglio della cultura masai, della grande generosità e atteggiamento solidale dei suoi conterranei, ma allo stesso tempo segnala con forza la necessità di cambiamento nella totale mancanza di considerazione delle donne, private di ogni potere all’interno della comunità, ma soprattutto sul proprio corpo. Non rinnega origini e tradizione, ma propone una trasformazione non cruenta del rituale di passaggio all’età adulta che sia condiviso da uomini e donne, da ogni leader anziano delle varie comunità. Nice Leng’ete trasporta dolcemente il lettore nella cultura africana, fa capire che non si possono ottenere modifiche efficaci con un atteggiamento “all’occidentale”, indica la via da seguire, lo stile con cui presentare le proposte di cambiamento di quelle che sono tradizioni millenarie. Un racconto struggente, portato avanti con atteggiamento umile, pacato, fatto con un lessico semplice, essenziale che tocca il cuore, dal quale emerge il suo grande amore per i genitori e la sorella, il rispetto per il nonno l’anziano della famiglia. “Tante ragazze vittime di abusi pensano di non poter essere niente nella vita. Desidero che sappiano che possono essere quello che vogliono. Non posso andare in ogni Stato a dirlo, ma lo può fare il mio libro”.