
In Messico, negli Stati Uniti e in centro America uno dei culti più popolari non è propriamente rivolto a una divinità, Cristiana o pagana. Tutt’altro: nella top ten degli dei più popolari c’è la morte. Sì, proprio la signora con il cappuccio nero e con la falce. Sembra strano adorare uno scheletro che viene a prenderti quando meno te lo aspetti, ma il successo della santa è indiscutibile. Fra i vari nomi con cui viene chiamata ci sono: la signora, la bambina bianca, la magrolina, la capa o la signora delle tenebre. Lo scheletrino quindi come un’accompagnatrice quotidiana, una presenza vicina alla vita di chi trascorre il suo tempo in quartieri per lo più degradati e che la crisi ce l’ha nel midollo. Il culto nasce dopo la devastazione della civiltà azteca e mescola alla superstizione e ai riti magici le più istituzionali credenze cristiane: il tutto viene scomposto e ricomposto in un pout-pourri di sogni, miti e devozioni che fanno da sfondo alle credenze legate alla Santa Muerte. E allora nascono come funghi altari privati, addobbati in tutte le case del barrio bravo, quartiere selvaggio di Città del Messico, o processioni non ufficiali per feste non comandate, invocazioni e vere e proprie messe. Un successo che non nasce per caso, viste le molte connessioni fra l’ascesa della Santa e l’esplosione del narcotraffico messicano. L’ennesima riproposizione -in chiave messicana- dell’identità fra religione e oppio dei popoli, il tutto mescolato con una dose abbondante di esotico…
Fabrizio Lorusso vive a Città del Messico da oltre undici anni ed è uno dei più noti giornalisti italiani che si occupano di questioni legate al centro America. In questo libro esplora un mondo per molti di noi sconosciuto, andando a cercare con puntigliosità e scrupolo i perché del successo del culto della Santa. Il viaggio è ben documentato, e passa da una visione personale ad un’analisi di più ampio respiro. Nel passare in rassegna i perché e i percome del successo della Santa sembra che un destino comune leghi i messicani agli italiani. Là il potere imbambola il popolo con un santino di un teschio e di quattro ossa da addobbare con collanine e fiori, qui da noi il santino è sempre più associato al politico di turno, che si fa vedere e diffonde il suo verbo/parola dai talk show televisivi. Il parallelo è disgustoso, ma serve a guardarci in modo diverso da fuori, grazie all’altro-da-noi. Le processioni di adoranti la Santa Muerte assomigliano alle file del venerdì davanti ai tabacchini, per puntare sei numeri e tentare di vincere il jackpot del superenalotto. Messico, Italia: una fazza, una razza.
Fabrizio Lorusso vive a Città del Messico da oltre undici anni ed è uno dei più noti giornalisti italiani che si occupano di questioni legate al centro America. In questo libro esplora un mondo per molti di noi sconosciuto, andando a cercare con puntigliosità e scrupolo i perché del successo del culto della Santa. Il viaggio è ben documentato, e passa da una visione personale ad un’analisi di più ampio respiro. Nel passare in rassegna i perché e i percome del successo della Santa sembra che un destino comune leghi i messicani agli italiani. Là il potere imbambola il popolo con un santino di un teschio e di quattro ossa da addobbare con collanine e fiori, qui da noi il santino è sempre più associato al politico di turno, che si fa vedere e diffonde il suo verbo/parola dai talk show televisivi. Il parallelo è disgustoso, ma serve a guardarci in modo diverso da fuori, grazie all’altro-da-noi. Le processioni di adoranti la Santa Muerte assomigliano alle file del venerdì davanti ai tabacchini, per puntare sei numeri e tentare di vincere il jackpot del superenalotto. Messico, Italia: una fazza, una razza.