
Uno sbadiglio può sorprendere chiunque e in qualunque circostanza: bambini e bambine, grandi, umani e animali di ogni specie. Con il sole o con la pioggia, quando si gioca e quando si va a scuola o al lavoro. E quando uno sbadiglio arriva è contagioso, impossibile da fermare. Tutti a bocca aperta e a naso all’insù, uno sbadiglio dopo l’altro. Tutti meno un minuscolo esserino con le ali, che vola zigzagando tra nasi e baffi, orecchie e capelli, becchi e fauci, palloni e palloncini, avanzi di merenda. Proprio mentre le bocche di tutti sono grandi buchi neri e gli occhi sono chiusi, c’è chi procede in un’impervia corsa a ostacoli. E chissà come andrà a finire…
Sbadigli è un albo molto essenziale, nella storia e nei disegni, tutto giocato tra la ripetitività del cerchio nero che fa da bocca sbadigliante e la differenza di tutto quello che ci sta intorno. Sono uguali le bocche ma sono diversi i capelli, i vestiti, le stature, i vari dettagli che lasciano indovinare un contesto e una storia oltre quello sfondo sempre bianco, sempre lo stesso. Ci sono prevedibili tenute scolastiche e da gioco, ma anche un impermeabile giallo sotto verticali e corposissime gocce di pioggia; un domatore con il suo leone; altri animali esotici e poi più domestici, per chiudere con il gatto, il cane e il topo. Il gioco è quello di scoprire chi possano essere e cosa facciano tutti questi personaggi che sbadigliano, ma forse la storia più interessante è il tratteggio che segna il percorso di un moscerino tra tutti loro. Si può seguirlo con il dito nella sua traiettoria irregolare lungo le pagine. E poi c’è l’impossibilità di fermare uno sbadiglio. Il libro propone due similitudini che possono essere uno spunto per trovarne altre. Ma tutto questo parlarne e vedere sbadigliare non ha forse altro scopo che quello di contagiare… perché chi legge si possa presto addormentare.