
Nonno Carlo sta aspettando che suo nipote Andrea esca da scuola quando vede cadere dall'alto un foglietto stropicciato, lo prende al volo e legge quello che c'è scritto sopra: “Nomincodice: nessuno”. La parola fa scattare qualcosa nella mente dell'arzillo vecchietto ma Andrea, mentre i due stanno gustando un grosso gelato (crema-cioccolato-lampone, per essere precisi), cerca di convincere il nonno che quella parola non significa proprio niente. In realtà il giorno dopo i suoi due compagni di classe Federica e Luca ne sentiranno delle belle: come hanno potuto essere così incoscienti da lanciare fuori dalla finestra la preziosa password per accedere al sistema informatico della banca dove il papà di Andrea lavora? Se nonno Carlo fosse un vecchietto come tutti gli altri non ci sarebbe da preoccuparsi ma quello che i tre ragazzini non sanno è che anche lui, insieme ai suoi compagni del circolo delle carte, stanno organizzando lo stesso colpaccio: un supermegagiganteprelievo non autorizzato al bancomat...
Che gli anziani superata una certa età diventino come i bambini è un modo di dire, o forse no. Perché Ferdinando Albertazzi con il suo Sbancomat! sembra prendere la cosa veramente sul serio. Infatti i tre ragazzini protagonisti di questo romanzo, veri e propri maghi del computer in grado di destreggiarsi con password e codici numerici, dovranno gareggiare a chi arriva prima al bottino proprio con un gruppo di vecchietti che, in fondo in fondo, tanto vecchi non sono. D'altra parte nonno Carlo lo dice chiaro e tondo al suo intraprendete nipotino per spiegargli cosa significa arrivare alla nonnità, ovvero «All'età di noi nonni. Se a suo tempo hai saputo ammalarti d'invenzione, allora si che lasci un segno, la tua impronta». Il trucco insomma è non perdere la fantasiosa immaginazione tipica dell'infanzia e conservarla a lungo, tant'è vero che Andrea e Carlo, nipote e nonno, un segno lo lasciano di sicuro. Pur avendo molti anni di differenza, infatti, questi due personaggi sono molto più simili di quanto si creda. E forse, al di là dei soldi che i protagonisti riusciranno o meno a portare a casa, cercando di superare trabocchetti informatici di ogni sorta, il vero tesoro da scoprire è proprio questo. La nonnità, altro che bancomat!
Che gli anziani superata una certa età diventino come i bambini è un modo di dire, o forse no. Perché Ferdinando Albertazzi con il suo Sbancomat! sembra prendere la cosa veramente sul serio. Infatti i tre ragazzini protagonisti di questo romanzo, veri e propri maghi del computer in grado di destreggiarsi con password e codici numerici, dovranno gareggiare a chi arriva prima al bottino proprio con un gruppo di vecchietti che, in fondo in fondo, tanto vecchi non sono. D'altra parte nonno Carlo lo dice chiaro e tondo al suo intraprendete nipotino per spiegargli cosa significa arrivare alla nonnità, ovvero «All'età di noi nonni. Se a suo tempo hai saputo ammalarti d'invenzione, allora si che lasci un segno, la tua impronta». Il trucco insomma è non perdere la fantasiosa immaginazione tipica dell'infanzia e conservarla a lungo, tant'è vero che Andrea e Carlo, nipote e nonno, un segno lo lasciano di sicuro. Pur avendo molti anni di differenza, infatti, questi due personaggi sono molto più simili di quanto si creda. E forse, al di là dei soldi che i protagonisti riusciranno o meno a portare a casa, cercando di superare trabocchetti informatici di ogni sorta, il vero tesoro da scoprire è proprio questo. La nonnità, altro che bancomat!