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Scene da un matrimonio futurista

Scene da un matrimonio futurista

Parigi. 28 agosto 1913. Paul Fort, il “Principe dei Poeti”, si presenta al Comune del 14° arrondissement dove sua figlia, Jeanne Fort, sta per sposare il giovane pittore italiano Gino Severini. Al termine della cerimonia, con il cuore colmo di entusiasmo, Fort afferma che quello tra Severini e sua figlia non è un semplice matrimonio: quello appena celebratosi è lo sposalizio artistico tra Italia e Francia, Futurismo e Cubismo, pittura e letteratura. I testimoni di Jeanne sono i poeti simbolisti Alfred Vallette e Stuart Merrill, mentre quelli di Severini sono il poliedrico Guillaume Apollinaire e il futurista Filippo Tommaso Marinetti. Quest’ultimo, nonostante le iniziali resistenze ai progetti coniugali di Severini – l’istituzione del matrimonio è così borghese, così passatista, così antifuturista! – si presenta a Parigi con una bella automobile bianca che verrà poi usata dagli sposini il giorno delle nozze. E poi, è stato proprio Marinetti l’inconsapevole fautore dell’incontro fra i due giovani, quel martedì alla Closerie des Lilas, il celebre caffè-letterario dei poeti simbolisti e degli artisti di Montparnasse. Ed è alla Closerie des Lilas infatti, che si svolge il ricevimento in un clima frizzante, elettrico, stimolante in cui è presente la crème de la crème dell’avanguardia artistico-culturale parigina, tanto che il matrimonio assume i contorni di un evento di cronaca; ne parlano giornali francesi, italiani e inglesi…

Scene da un matrimonio futurista è un interessantissimo e agile saggio di Lino Mannocci incentrato sugli anni di fermento culturale che trovarono nella capitale francese di primo Novecento – a cavallo fra la Belle Époque e il Modernismo con le sue avanguardie – la loro sede fondamentale. Basandosi sulla lettura dell’opera biografica di Severini La vita di un pittore, l’artista (Manocci è pittore e incisore cofondatore del gruppo Metacosa) prende le mosse dal matrimonio del giovane futurista e l’ancor più giovane Jeanne Fort, per approfondire, scandagliare e mettere in luce le dinamiche relazionali, di amicizia e di competizione che intercorsero tra le principali figure artistiche e letterarie dell’epoca e che orbitarono attorno al pittore cortonese, soprannominato “l’impariginato” per la sua intensa assimilazione alla società e allo spirito di Parigi. Leggere questo saggio è un po’ come sfogliare l’album di un matrimonio: la foto con gli invitati diventa il pretesto per parlare di quest’ultimi. Ripercorrendo gli episodi di vita che precedettero e seguirono le nozze, l’autore coglie l’occasione per soffermarsi su alcuni degli invitati, dedicando loro un capitolo in cui viene approfondita la vita, l’opera e il pensiero artistico di ciascuno. Particolarmente affascinanti sono le pagine su Guillaume Apollinaire – a cui è dedicato il capitolo “Apollinaire, santo laico, figlio della notte e della sfinge” – e quelle su Max Jacob, ma ancor più degne di nota sono le pagine sull’ammaliante Rachilde, donna indipendente e fine letterata, che ebbe un ruolo centrale nella diffusione delle opere di molti artisti, in primis quelle di Oscar Wilde. Il libro di Mannocci ha il merito di non soffermarsi esclusivamente sui personaggi più noti permettendo così al lettore di scoprire quelle figure che il passare degli anni ha relegato nelle retrovie nonostante l’apporto fondamentale che queste ebbero nel corso della storia, o quantomeno nella storia dell’arte e della letteratura. Scene da un matrimonio futurista è poi impreziosito da un ricco e nutrito apparato bibliografico – sia nel corpo del testo che in appendice – così come di foto d’archivio delle personalità citate, talvolta rimaneggiate dallo stesso Mannocci e trasfigurate in opere d’arte, come appare nella raffinata immagine di copertina di questo piccolo ma assai pregevole saggio edito Neri Pozza.