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Scomparso

scomparso

I margini della strada sono scoscesi a causa della pioggia. Non si tratta di una pioggia intensa, ma è incessante e tetra. A Dave Brandstetter sudano le mani mentre guida, anche se continua a chiedersi a cosa serva tanta cautela: nelle ultime sei settimane l’unico desiderio che l’ha attraversato è stato quello di morire e, visto che non è stato esaudito, ora gli tocca continuare a vivere. Vivere e dimenticare, fino a quando sarà in grado di ripensarci senza soffrire. Eccolo arrivato al ponte. È di legno ed è composto da pesanti travi e grossi bulloni in ferro. Dave ferma la macchina e scende. Rabbrividisce e si stringe nelle spalle, mentre la pioggia gli schizza sopra le scarpe e gli bagna i piedi. Sul lato a valle la balaustra è stata sostituita: le vecchie assi, quelle travolte da un’auto, sono state sostituite da nuove assi di legno chiaro. L’auto che ha fatto il danno cinque giorni prima è stata ritrovata solo quando la tempesta si è placata e il livello dell’acqua è sceso. L’hanno recuperata con le portiere divelte e i vetri infranti. E senza conducente. Ecco perché Dave si trova in quella zona. La compagnia assicurativa per cui lavora lo ha mandato a verificare con mano cosa possa essere accaduto e, soprattutto, a parlare con la moglie di Fox Olson, il proprietario della vettura precipitata dal ponte. La casa di Olson è a un chilometro e mezzo dal luogo dell’incidente. Dave lascia la sua auto sulla strada, sotto una manzanita, e si avvicina a un edificio a un piano, che pare confortevole e costoso. Gli apre una donna minuta, dall’ossatura fine, sulla quarantina. È la moglie di Fox ed è convinta che il corpo del marito, non appena la tempesta sarà cessata, verrà ritrovato. Probabilmente è finito nel canale di scolo che porta l’acqua del torrente sotto la città, fino al fiume. Dave, invece, non crede che ciò accadrà. Anzi, a dirla tutta, non crede neppure che Fox Olson sia morto. È convinto che l’uomo abbia messo in folle la sua Thunderbird bianca in cima al pendio, abbia tolto il freno a mano e abbia poi guardato l’auto precipitare nel torrente. Un piano architettato con ingegno, forse per accaparrarsi i centocinquantamila dollari del premio assicurativo…

Dopo aver scritto, a partire dagli anni Cinquanta del secolo scorso, diverse poesie e racconti a tematica omosessuale utilizzando uno pseudonimo, lo scrittore statunitense Joseph Hansen approda nel 1970 a una grande casa editrice cui affida una serie di romanzi che vedono come protagonista il detective gay Dave Brandstetter, personaggio singolare e intrigante che attrae fin da subito l’interesse dei lettori. Nel primo episodio della serie Hansen presenta il suo protagonista e ne evidenzia le contraddizioni: tipico detective della tradizione del giallo da un lato, personaggio lontanissimo dallo stereotipo del classico investigatore dall’altro. Dave è intuitivo e metodico nel suo lavoro di ricerca degli indizi che possono condurlo a scagionare ad uno ad uno i sospettati, fino ad arrivare all’unico colpevole. È diretto, duro e deciso, ma anche garbato e gentile. Ha il cuore a pezzi e fatica a riprendersi dal recente lutto che lo ha colpito: il suo compagno, con cui ha convissuto per vent’anni, è morto a causa di un tumore e la ferita legata a tale perdita fatica a rimarginare. Con questo stato d’animo l’investigatore si ritrova a far luce su una scomparsa sospetta, quella di un conduttore radiofonico dalla vita apparentemente perfetta. Ma la perfezione è solo una facciata: la figura dell’uomo scomparso è ben più complessa e parecchi non detti si nascondono dietro ciò che sembra impeccabile. Essere costretti al silenzio, dover ricorrere a strategie che mascherino la propria vera natura e i propri desideri, non avere il coraggio di esprimersi. Questi, al di là della trama tipica del giallo, sono i veri temi che Hansen affronta e che lo toccano in prima persona. L’indagine poliziesca, condotta con sapienza e posta al centro della narrazione, si fa pretesto per raccontare la difficoltà e l’imbarazzo di vivere la propria unicità – e la propria omosessualità nel caso specifico – senza dover ricorrere a meschini e umilianti sotterfugi.