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Scrivo poesie solo per portami a letto le ragazze

Scrivo poesie solo per portami a letto le ragazze

Non sapevo di essere uno di loro. E non mi sento tutt’ora uno di loro. O forse sì. Non so come si sentano. Credo funzioni così: un attimo prima te ne vai in giro come una persona normale e di colpo, tu, proprio tu, vieni accusato di essere uno stupratore, un aggressore, un violentatore e la gente dappertutto apre i giornali e legge di te. Sì, lo devo ammettere, sono stato in un sacco di tribunali. Ma quasi sempre con accuse di ubriachezza e vagabondaggio. Era ubriaco? – Ok, colpevole. Vagabondava? – Idem, ok, colpevole. Non ti chiedono perché eri ubriaco o perché vagabondavi. È come se fossi considerato colpevole perché hai i capelli castani o otto dita e due pollici. Ok, mi accusano di essere uno stupratore. Un aggressore. Un violentatore. Infatti mi hanno accusato di due capi di imputazione per stupro, molestie su minore, effrazione e chi più ne ha più ne metta...

Charles Bukowski è stato un autore estremamente prolifico non solo per convenienza (o, soprattutto nei primi anni, sopravvivenza) ma anche per la passione con cui ha praticato l’atto stesso della scrittura, vissuta come un vizio, una necessità, un bisogno vitale per fronteggiare le difficoltà dell'esistenza. Dopo Azzeccare i cavalli vincenti, uscita nel 2013, non è stato difficile per Feltrinelli pubblicare una nuova antologia di inediti che potesse conservare lo spirito, la forza e la qualità dei testi a cui Hank ha sempre abituato, senza raschiare il fondo del barile. Scrivo poesie solo per portami a letto le ragazze raccoglie trentanove scritti di vario tipo pubblicati da Bukowski tra i 1944 e il 1992 su riviste e free press. Racconti più e meno brevi, più e meno scandalosi, confessioni, critiche letterarie, giudizi su editori e altri scrittori, semplici rigetti di scrittura, che per alcune ore colmeranno il senso di vuoto lasciato da uno dei più grandi autori del ‘900.