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Se il buongiorno si vede dal mattino

Se il buongiorno si vede dal mattino

Forse è vero che, con l’avanzare dell’età, alcuni finiscono per dormire poco e male, ma non è assolutamente il suo caso. Evidentemente, se alcuni suoi neuroni sono stati compromessi, non si tratta certamente di quelli dell’ipotalamo anteriore, quello che regola il ritmo sonno-veglia e la memoria a lungo termine, per intenderci. A dimostrazione di questo, tre considerazioni: se non puntasse la sveglia, potrebbe alzarsi a mezzogiorno passato; ricorda ogni singolo evento della sua vita anche se ogni tanto finge di essere svampita, specie di fronte a Lady Attack, sua figlia; infine, il suo apparato cognitivo non è assolutamente ancora compromesso, checché ne dica quell’antipatica della vicina del piano di sotto. Ecco perché, quando il telefono squilla ad un’ora improbabile interrompendo il suo sonno, Sara capisce immediatamente che deve trattarsi di qualcosa di estremamente grave. E quando, ancora intontita dal sonno, solleva il ricevitore e sente la voce dell’interlocutore, si immobilizza per alcuni secondi, esitante e stupefatta, prima di chiudere la conversazione. Quella voce l’ha riconosciuta subito, anche dopo tanti anni. Non potrebbe essere altrimenti. Si trascina in bagno, rovista nell’armadietto dei medicinali, trova quello che le occorre e inala due puff. Finalmente ricomincia a respirare quasi normalmente e realizza che, se il buongiorno si vede dal mattino, quella che sta per cominciare sarà una giornata tutt’altro che semplice. D’altra parte, qualcosa era nell’aria già da un po’, se è vero che Sara si è rintanata in casa da dodici giorni buoni ed evita come la peste uscite e intrusioni nella sua abitazione da parte di chiunque. Se ne sta tutto il giorno senza fare nulla - non apre neppure la posta, anche se una raccomandata giace su un mobiletto dell’ingresso da almeno otto giorni - ad eccezione dell’ora di fitness, di cui nessuno sa né deve sapere nulla, cui si dedica guidata dalla voce sicura e profonda dell’istruttore di cui lei imita i movimenti, mentre ne ammira la muscolatura perfetta attraverso lo schermo televisivo...

Pettegola, stizzosa, intrattabile, provocatrice, saccente grillo parlante, arrabbiata con il mondo intero a prescindere. Sara Corallo, protagonista del romanzo di Carmen Nolasco - autrice pugliese, laureata in sociologia e con diverse pubblicazioni al suo attivo - ha settantadue anni ma mantiene lo spirito da saputella irriverente tipico degli adolescenti. Una vecchia con le paturnie insomma, che, tuttavia, sotto la spessa coltre d’ironia diventata il suo scudo, nasconde un passato doloroso, che le ha tolto ogni voglia di emozionarsi, di osare e di stupirsi. Sì, perché dietro questa vecchietta acida che trascorre le proprie giornate indispettendo la vicina di casa, impegnandosi in estenuanti lezioni di fitness- in compagnia di un aitante istruttore, gioia per i suoi occhi, che le impartisce istruzioni e comandi attraverso il video -, litigando con la figlia - che ritiene un’impicciona -, raccogliendo le confidenze dei nipoti - di fronte ai quali riesce finalmente ad abbassare la guardia e a mostrarsi più morbida e affettuosa - e confidandosi al telefono con il nuovo amico- con il quale peraltro non si è mai incontrata di persona, ma l’unico in grado di comprenderla e condividere la sua visione del mondo-, c’è una giovane donna che ha amato profondamente e ha pagato a caro prezzo questo sentimento, tanto intenso quanto proibito. Vittima delle proprie ossessioni, si mette a nudo quando una telefonata, che le riporta una voce lontana negli anni ma mai dimenticata, le sconvolge la vita, una volta ancora, e le offre la possibilità di un cambiamento, l’ennesimo. Con uno stile fresco e permeato d’ironia, la Nolasco offre al lettore una storia piacevolissima e ben strutturata, che invita a riflettere sull’imprevedibilità della vita e ad accettarne le sorprese con meraviglia e stupore.