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Se mi troverai

semitroverai

Dopo aver vissuto gli ultimi quindici anni della sua vita a Hopewell, nel New Jersey, Hope Miller ha deciso di trasferirsi negli Hamptons per sganciarsi un po’ dal controllo di Lindsay. La stessa ragazza che quella sera di quindici anni prima l’aveva trovata sul ciglio di una strada accanto a una macchina ribaltata, risultata poi rubata a Indianapolis, più morta che viva e senza uno straccio di documento. Alla fine, Hope era sopravvissuta all’incidente, ma il prezzo era stato alto: vivere sotto falsa identità a causa di una dichiarata amnesia per tutto quel tempo. Ora è decisa a integrarsi in una nuova comunità, iniziando col portare a termine l’incarico che l’agente immobiliare Evan Hunter, suo nuovo datore di lavoro, le ha affidato. Peccato che abbia la sensazione di essere costantemente seguita e spiata da qualcuno. Lo stesso qualcuno che Hope si ritrova davanti con aria minacciosa sulla soglia della villetta degli Stansfield, la casa che ha appena finito di sistemare per accogliere le visite dei possibili compratori l’indomani mattina… Lindsay Kelly è in pensiero per la sua amica Hope. Per quindici anni sono state inseparabili e ora non riesce a comprendere il motivo per cui, da un giorno all’altro, Hope abbia deciso di abbandonare la sua quotidianità fatta di persone che, conoscendo la sua storia, non si facevano domande vedendola girare senza patente o numero di previdenza sociale, per trasferirsi dove non aveva nessuno che badasse a lei. Quando Hope inizia a non rispondere più ai suoi messaggi e alle sue chiamate, poi, la sua preoccupazione si trasforma in angoscia e decide di indagare personalmente sulla faccenda… Ellie Hatcher è una detective del NYPD. Si sta finalmente godendo una meritata vacanza a Saint Barth quando sogna suo padre, il detective Hatcher di Wichita, Kansas, ossessionato dal caso dello strangolatore di College Hill e morto suicida quando lei aveva solo quattordici anni. Come le ricorda spesso suo fratello Jess, ormai entrambi “l’hanno superata” ma, a essere sinceri, Ellie non è così d’accordo con lui…

Alafair Burke torna alla carica con un nuovo thriller pieno di colpi di scena in cui ritroviamo anche il personaggio di Ellie Hatcher, protagonista di altri cinque romanzi dell’autrice statunitense. La sua figura resta marginale rispetto agli eventi principali, con i quali si interseca alla perfezione ma senza imporre il suo passato. Come la stessa Burke dichiara nei ringraziamenti, infatti, anche chi non ha letto nessuno dei libri della serie dedicata alla detective del NYPD potrà apprezzare questo, che rappresenta una storia a sé stante. In nessun momento, infatti, si ha la sensazione di non trovare dei pezzi mancanti del puzzle, che si completa alla perfezione nel momento in cui viene a galla anche l’ultima parte di verità che Ellie stava ricercando dai precedenti capitoli della saga a lei dedicata. Il personaggio di Hope Miller è senza dubbio molto interessante e ben sviluppato. Attrae certamente a causa della sua dichiarata amnesia, della quale alcuni personaggi continuano a dubitare facendo sorgere legittimi dubbi anche nel lettore, che nei romanzi della Burke non è mai onnisciente ma, anzi, rimane come sempre intrappolato fino all’ultima pagina, e forse anche oltre, insieme ai protagonisti nel vortice di bugie, realtà e mezze verità. Le caratteristiche delle tre donne che muovono i fili della trama sono tratteggiate alla perfezione e contribuiscono quasi da sole allo svolgimento degli eventi, che a tratti si riallacciano anche a temi attuali come il movimento #metoo. Il ritmo di questo thriller, a differenza di altri dell’autrice, all’inizio potrebbe risultare un po’ più lento del solito, per poi diventare sempre più incalzante man mano che gli eventi del passato e del presente si intrecciano, fino all’inaspettata conclusione.