
Tu, Lettore, sei comodo in poltrona e stai per cominciare a leggere Se una notte d’inverno un viaggiatore, ritrovandoti in attesa sulla banchina di una stazione di provincia coperta dalla nebbia. È un posto come tanti altri, anonimo come molti altri. Ti muovi impacciato tra la biglietteria e il caffè. Stai aspettando un treno? O magari sei appena arrivato? Dovresti allontanarti o rimanere dove sei? All’improvviso la figura di una donna attira la tua attenzione: sei ancora impegnato a discutere con lei quando l’irruzione del commissario di polizia ti costringe ad allontanarti e prendere il rapido delle undici senza una destinazione precisa. Il libro finisce così, resti interdetto prima di dirigerti di corsa in libreria per lamentarti della copia che ti hanno rifilato. Stai per alzare la voce con la commessa quando incontri lei: Lettrice, impegnata a risolvere il medesimo enigma in cui ti sei imbattuto. In realtà il libro che hai letto non è che l’incipit di Fuori dall’abitato di Malbork di uno sconosciuto autore polacco, così decidete entrambi di cambiare testo, proseguendo nella lettura e augurandovi che questa volta sia quello giusto. Eppure…
Condannato da parte della critica giornalistica dell’epoca come vana operazione commerciale inventata dall’abile penna di Italo Calvino ai danni del lettore – protagonista stesso dell’opera –, in realtà Se una notte d’inverno un viaggiatore è destinato da subito a ricevere gli elogi di una larga fetta di intellettuali che andava via via interessandosi alle teorie semiotiche di Roland Barthes e a cui seguivano proprio in quegli anni gli sviluppi del pensiero di Umberto Eco. Tuttavia restringere il successo del testo al solo ambito accademico negherebbe gli onori che una larga fetta di pubblico ha da sempre riconosciuto all’opera, che dal 1976 ad oggi è arrivata alla ventisettesima ristampa (!!!). Testo certamente non facile, aperto a molte interpretazioni e a più livelli di lettura, il libro continua tuttora ad incuriosire per le sue caratteristiche letterarie che traggono spunto da Jorge Luis Borges (Il giardino dei sentieri che si biforcano) e Raymond Queneau (Esercizi di stile). Opera e meta-opera, romanzo aperto e insieme di romanzi, Se una notte d’inverno un viaggiatore è – secondo il pensiero di Calvino – un moderno Le mille e una notte che contiene al suo interno i dieci archetipi del romanzo, nel tentativo di definizione del “vero romanzo”.