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Secondo Casadei, Romagna mia e io

Secondo Casadei, Romagna mia e io

Ribattezzare i propri membri significa, per una comunità, accoglierli ancora di più. Così, ad Aurelio Casadei, nato il primo aprile del 1906, viene dato il nomignolo di Secondo, dal ricordo di una sorellina venuta prima di lui e persa quasi subito dopo. Ma questo Gabriele lo sa. Lui annota ciò che può. Tira fuori dalla borsina di tela i libri che ha studiato e sui quali ha preso appunti, per stringere a sé il carico delle proprie letture nella speranza di conoscerlo meglio, il padre della musica popolare e compositore di Romagna mia. Vuole vedere i luoghi della sua esistenza, perché Gabriele di visitare quei luoghi ha bisogno. Ne ha bisogno per riavvolgere il nastro, per ripercorrere le tappe della vita di Secondo Casadei... e anche della sua. Ne ha bisogno per capire qualcosa di più della storia della sua famiglia, della parte d’albero genealogico che viene da lì e a cui appartiene sua mamma, che è di Cesena. Per questo è con lei che vuole fare il viaggio, perché mezzo romagnolo lo è anche lui e come tale un approccio concreto alle cose gli piace. Ed è in modo concreto che vuole scrivere un libro su Secondo Casadei, vivendo i luoghi che lo hanno accompagnato a diventare l’uomo che è stato. Non una stella che brilla solitaria ma un uomo del popolo in grado di raggiungere il firmamento di stelle che, prima di lui, hanno celebrato la Romagna e la sua gente...

Raccontare di un uomo è facile, ma raccontare di un uomo facendo tesoro dei luoghi, delle persone, degli eventi che l’hanno reso tale non è altrettanto facile. Gabriele Dadati, precedentemente candidato al premio Strega con il romanzo La modella di Klimt, con Secondo Casadei, Romagna mia e io sceglie di far coincidere la storia del musicista Secondo Casadei con la storia del viaggio che ha portato il Gabriele personaggio a conoscere la straordinaria personalità del compositore, andando in questo modo oltre la biografia classica. L’autore sviluppa la narrazione su un duplice piano, facendo coincidere il racconto biografico con il racconto della ricerca effettiva, il viaggio di una madre e un figlio attraverso i luoghi della Romagna che ha accolto l’esistenza di Casadei e che ha fatto da sfondo alle memorie familiari dello stesso autore. La storia di Casadei viene trattata con la semplicità già annunciata nel titolo e l’autore, con la narrazione del loro viaggio, si cura di ridurre al minimo la lontananza generazionale tra Secondo Casadei e il lettore, lasciando che sia la sua controparte finzionale a fare da filo conduttore tra le due figure. Un efficace espediente che, forte di una prosa incantevole, rende Secondo Casadei, Romagna mia e io sì una biografia a tutti gli effetti, ma anche l’intimo racconto di una vita d’altri tempi.