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Sempre tornare

sempretornare

Misano,16 agosto 1991. È l’alba. Daniele e i suoi amici hanno trascorso la notte al Cocoricò, una delle discoteche più in voga del momento. Per Daniele, però, non è stata una bella esperienza. Ha bevuto troppo e il suo tentativo di concludere la nottata con una ragazza appena sconosciuta si è concluso con un fiasco clamoroso, tanto che gli amici lo hanno preso in giro a lungo. E allora basta. Daniele guarda Alessio e Claudio, i suoi due amici, e comunica loro che non ha intenzione di trascorrere il resto delle vacanze in loro compagnia. Sua madre non lo aspetta a Roma prima del 31 e, quindi, lui ha intenzione di tornarsene a casa per conto suo. Cercherà un modo alternativo per affrontare i quattrocento chilometri e le due settimane che lo separano dal rientro. Prende la sua valigia e s’incammina su una lingua d’asfalto che non sa affatto dove lo condurrà, ma tant’è. La valigia peserà almeno una ventina di chili; Daniele la solleva e si va a mettere sul ciglio della strada. Non indossa mai l’orologio, ma deve essere più o meno mezzogiorno, visto che è uscito dalla discoteca alle sette ed è passato dal Negroni al caffè direttamente, senza neppure un cornetto a fare da spartiacque. Daniele ha diciassette anni e non è per la figuraccia di poco prima che ha deciso di proseguire da solo. Lui si trova lì, in quel momento, con una valigia verde pisello pesante come un blocco di marmo e completamente solo, perché deve capire: tutto intorno a lui, da sempre, nasconde qualcosa da scoprire, un quesito che gli chiede di essere risolto. Tutto in lui è da sempre una battaglia tra il Tutto e il Niente, tra Dio e il Caos. Daniele ha deciso che quel viaggio sarà il suo punto di svolta e gli fornirà le risposte che da troppo tempo sta cercando. Ogni cosa che incontrerà gli parlerà e gli rivelerà tutto. E allora, si comincia, nel più classico dei modi. Facendo l’autostop e applicandone la sua rigidissima disciplina…

Un viaggio - metafora della vita - che è un percorso a ritroso necessario per andare avanti; una valigia verde pisello pesante come l’inquietudine che agita il protagonista, un diciassettenne che, per la prima volta, può trascorrere due settimane lontano da casa, insieme agli amici, tra spiagge e discoteche, fiumi di alcool e facili conquiste. Daniele, tuttavia, non ha fatto i conti con il suo essere e la sua essenza e basta una situazione spiacevole, nella notte di Ferragosto, per decidere di abbandonare quel gruppo di amici, la cui compagnia in realtà non lo appaga, e intraprendere un viaggio in solitaria, che dalla costiera romagnola lo conduca a casa, a Roma. Daniele Mencarelli - poeta e scrittore romano che affronta, nei suoi lavori, i grandi interrogativi dell’esistenza, sempre incastonati in elementi di vita quotidiana - conclude la trilogia iniziata con La casa degli sguardi e proseguita con Tutto chiede salvezza raccontando di sé adolescente, ragazzo come tanti ma già alla ricerca di un significato che altro non è che ricerca delle profondità dell’umano e della bellezza che, sola, può racchiudere le risposte ad ogni interrogativo. Daniele si mette dunque in cammino ed è costretto a chiedere aiuto alle persone che incontra lungo il tragitto che lo conduce a casa e, forse, alla consapevolezza. Poche sono le regole che si è imposto: nessuna scorciatoia e nessun pregiudizio. Vince così la sua timidezza e trova chi gli sa offrire da mangiare e chi accetta di ospitarlo per la notte. Il giovane affina in questo modo una vera e propria arte dell’approccio e dell’incontro e si confronta con l’umanità più variegata. Si avvicina a chi è divorato dalla solitudine e a chi è ancora capace, nonostante tutto, di generosità; a chi si nutre esclusivamente di presunzione e a chi non può fare a meno di annegare nella follia o nella meschinità. Anche l’amore si palesa al giovane autostoppista, ed ha gli occhi chiari e ingannatori di una ragazza dai capelli rossi e dalle idee, forse, confuse. È un racconto fatto di strada, di freddo, di fame e di sete, di sporcizia e di chilometri percorsi con fatica quello di Mencarelli; un percorso durante il quale liberarsi dei fardelli inutili e abbracciare la meraviglia e la bellezza che, sempre e nonostante tutto, si affacciano a lui - e a ciascun lettore - e gli insegnano a raccontare ogni sentimento e ogni sensazione, anche quelle scomode e dolorose. L’autore conferma nuovamente la sua innata capacità di guardare oltre l’apparenza e di scendere giù, fino alla più profonda spiritualità dell’uomo. Con una prosa che si fa poesia e cerca salvezza, Mencarelli racconta l’amore, l’empatia e il dolore del mondo. E lo fa, una volta ancora, parlando al cuore di ognuno, con sincerità e delicatezza.

LEGGI L’INTERVISTA A DANIELE MENCARELLI