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Settima onda

Settima onda

A Padova, nel quartiere Guizza, c’è un appartamento che è insieme anche spazio espositivo e centro culturale. È la casa di Aurora Di Mauro, “museologa non convenzionale” che nel ristrutturare il suo appartamento “in un anonimo palazzo anni Settanta della periferia di Padova” ha progettato uno spazio in cui accanto a oggetti di uso quotidiano trovassero posto installazioni site specific progettate apposta per lei. Il decoro in zucchero di Marco Chiurato accoglie nell’ingresso; la scultura di nylon cromato di Michelangelo Penso evoca l’onda sonora che avvolge la Terra; nel vano guardaroba il neon rosso di Arthur Duff “designa la casa intera come luogo di storie”; il pavimento di Pino Castagna e lo stucco di Valerio Bevilacqua richiamano direttamente il movimento, le variazioni di colore e gli spruzzi delle onde; i plexiglas colorati e la sagoma di Villa Contarini della finestra di Francesco Candeloro permettono uno sguardo originale sul paesaggio urbano; le ceramiche di Paolo Demo sono oggetti al confine tra ricerca della forma e possibilità di utilizzo. Altre opere, principalmente foto del quartiere, provengono dalle mostre realizzate nell’appartamento. Nel dialogo con Silvia Petronici, curatrice indipendente di arte contemporanea, Aurora Di Mauro racconta lo sviluppo del progetto di “appartamento relazionale” che è la Settima Onda: dall’incontro con Raniero, pittore che vendeva i suoi dipinti appoggiandoli alla parete del supermercato sotto casa, ai travagliati lavori di ristrutturazione e alla realizzazione delle opere fino alle mostre e all’attivazione della partecipazione dei residenti nel condominio e nel quartiere…

Aurora Di Mauro è stata catalogatrice di beni storico-artistici, insegnante, giornalista ed è poi entrata nella Pubblica Amministrazione, prima come conservatrice del Museo Civico di Belluno, poi come responsabile dell’Ufficio Musei della Regione del Veneto. In questo libro, configurato come una lunga intervista seguita da schede dedicate alle singole opere, racconta gli stati d’animo legati alla realizzazione del suo progetto, alla contaminazione tra spazio pubblico e privato, tra attività lavorativa e passione di vita, tra ricerca artistica e investimento (anche economico) personale. Il racconto, ricco di foto, apre molte possibili riflessioni sulle pratiche curatoriali del contemporaneo, sul confine tra design e arte “da museo”, sulle relazioni personali come motore dell’espressione artistica e sul tentativo di non farne un prodotto strettamente elitario. Trova spazio anche la riflessione sull’arte pubblica e sull’arte come strumento di politica e partecipazione, nel contesto di una città che sta investendo molto nei quartieri e nelle periferie (il progetto G124 di Renzo Piano, che ha interessato anche il quartiere Guizza, ne è solo un esempio). Un libro che, insieme a quello già pubblicato nel 2015 dalla stessa Aurora Di Mauro, non può che sollecitare la curiosità per un progetto – di vita oltre che artistico – complesso e originale.