
Gloucestershire, Inghilterra. Febbraio 1823. Da circa un mese, Sir Phillip Crane è rimasto vedovo; sua moglie, la fragile Marina, è morta dopo essersi gravemente ammalata in una tragica circostanza e lo ha lasciato solo con i suoi figli di otto anni, i gemelli Amanda e Oliver. L’uomo ha ereditato da suo padre una piccola tenuta con una casa antica che adesso abita con i bambini e pochissima servitù, compresa una tata, probabilmente destinata come tutte le altre ad andarsene disperata, dopo aver tentato con scarsi risultati di occuparsi dell’educazione dei gemelli, notoriamente ingestibili e – a dirla tutta – pestiferi. Sir Phillip ama passare il suo tempo nella serra dove conduce esperimenti con suoi semi e le sue piante; ha studiato botanica a Cambridge e avrebbe intrapreso una vita accademica se la vita non lo avesse costretto alla vita di un nobile di campagna. Ha un animo introverso e solitario e serba nel cuore con dignità il peso di una lunga solitudine e di un destino poco generoso; lui ama i suoi figli ma è consapevole di non essere capace di mostrare il suo affetto e teme di essere sempre troppo duro nei loro confronti. Per questi motivi si è convinto – pur nutrendo dubbi sull’opportunità della cosa dopo una così breve vedovanza – che la cosa migliore per i piccoli sarebbe che lui prendesse moglie, magari una donna capace di prendersi cura di loro; non gli interessa che sia particolarmente graziosa colta o intelligente, basta sia allegra e sorrida. Marina era sempre stata così triste… Quella sera, mentre cerca di buttare giù pensieri e ricordi con qualche bicchiere di whisky, il segretario Miles Carter gli consegna una lettera che arriva da Londra. Una cugina di Marina, Miss Eloise Bridgerton, gli scrive per porgergli le sue condoglianze ed è così gentile che Sir Phillip ritiene di doverle rispondere subito. Comincia così una fitta corrispondenza, durante la quale i due sembrano nutrire una reciproca simpatia e avere una certa sintonia, fino a che l’uomo le manda un fiore esiccato colto nella sua serra, un piccolo dono che colpisce molto Eloise e, qualche lettera più tardi, la invita a Romney Hall: se dovessero scoprire di essere “ben assortiti”, magari lei potrebbe acconsentire a diventare sua moglie. All’inizio Eloise è sconcertata, le pare strano che senza conoscerla l’uomo voglia sposarla. Però c’è il fatto che lei ha già ventotto anni e ha rifiutato ben sei proposte di matrimonio, di fatto è una zitella. Tuttavia, nonostante l’età e il fatto che alcuni dei suoi sette fratelli e sorelle siano già sposati, lei non si è mai sentita tale. Almeno fino a quando la sua cara amica Penelope non si è sposata con suo fratello Colin; beh, questo sì che l’ha fatta sentire una zitella sola con poche possibilità. Perché dunque non prendere in considerazione l’idea di conoscere Sir Phillip? Di certo i suoi genitori e i suoi ingombranti fratelli non le permetterebbero mai di andare da sola in casa di uno sconosciuto, ed è così che Eloise in quella notte del maggio 1824 ha deciso di fuggire durante il ballo organizzato da sua sorella Daphne. Durante il tragitto notturno in carrozza, la ragazza pensa a quello che sa di Sir Phillip, che ha trent’anni, che ha studiato botanica, che è baronetto, che è stato sposato per otto anni e che gli piace la pioggia. Può bastare per un matrimonio? Beh, lui l’ha invitata e ora, anche se non l’ha avvisato prima, lei sta andando a conoscerlo. Ed è mentre Phillip, quella mattina presto, sta proprio pensando che Miss Eloise dev’essere una zitella disperata per scrivere ad uno sconosciuto per un anno, che il maggiordomo annuncia una visita inaspettata. Chi diavolo è quella giovane graziosa dagli occhi “grigi più grandi e dolorosamente belli che avesse mai visto”? Dopo qualche scambio di battute imbarazzate, Eloise pensa che, al momento, l’incontro con quell’uomo rozzo dagli occhi scuri e intensi non è stato affatto romantico ed entusiasmante come aveva immaginato…
Quinto volume della nota saga dell’americana Julia Quinn, pseudonimo di Julie Pottinger, autrice di numerosi romanzi molto amati dai lettori, tradotti in ventinove lingue e pluripremiati, compresa questa serie di otto libri, ciascuno dedicato a uno degli otto fratelli Bridgerton, i quali dal più vecchio al più giovane seguono l’ordine alfabetico quanto ai nomi ma sono protagonisti di queste storie d’amore in successione sparsa. Protagonista di questo libro – che, come gli altri, ha scalato le classifiche del “New York Times” quando è stato pubblicato nel 2003 - è infatti una delle sorelle più grandi, Eloise, che non si è mai preoccupata del suo status sociale, nonostante i fratelli più giovani si siano già sposati, fino a che anche la sua amica del cuore, Penelope, “si sistema” e lei, a ventotto anni suonati e con grande turbamento, prende coscienza della sua sostanziale condizione di zitella che, per di più, ha rifiutato ben sei proposte di matrimonio, scoraggiando ogni altro pretendente. Provvidenziale la conoscenza, durante un anno di corrispondenza, con un nobile di campagna, devoto alla passione per la botanica, vedovo e (lei non lo sa) padre di due gemelli, serio, appassionato, solitario, bello ma rozzo e poco avvezzo alla gentilezza. Eloise è intelligente, brillante e sagace, determinata, di una bellezza non appariscente. Entrambi si ritrovano davanti qualcuno di diverso rispetto all’ideale che si sono creati durante il loro rapporto epistolare, eppure l’happy end è assicurato, e la passione e il sentimento sono destinati a crescere attraverso dialoghi scoppiettanti e divertenti, e travolgenti scene di erotismo light. Insieme all’adorabile ambientazione Regency nella deliziosa campagna inglese, infatti, è l’ironia la cifra stilistica della Quinn e l’autrice mantiene la promessa di rinverdire il genere in chiave moderna e regalare una lettura gradevole assolutamente non impegnativa. I fratelli Bridgerton sono tutti diversi tra loro, non soltanto fisicamente ma soprattutto nel carattere. Eloise è forte, anticonvenzionale e ha la lingua tagliente, ma cede all’amore per il burbero e aitante Sir Phillip, il quale non chiede di meglio che donarle il suo cuore tenero e appassionato, nella migliore delle tradizioni del romanzo sentimentale. La serie Bridgerton, quindi, è assolutamente consigliata alle lettrici di romance semplici ma piacevoli e curati. Come per i primi due romanzi, con tutta probabilità visto il grande successo, prima o poi verrà realizzata la serie Netflix anche di questa vicenda. Per concludere, ecco una curiosità “librosa”. Tra le varie serie di romanzi di Julia Quinn c’è quella di Rokesby, che racconta le vicende degli antenati della famiglia Bridgerton ed è, quindi, una specie di prequel. Anche questi romanzi sono pubblicati in Italia da Mondadori ma in formato digitale.