
L’americano Stephen Costigan, schiavo dell’hashish, è frequentatore abituale di una fumeria nella Limehouse di Londra nota come “Il tempio dei sogni di Yun Shatu” fra i tossicodipendenti. Qui viene ‘notato’ da un enigmatico individuo dal volto sfigurato (il vero proprietario della fumeria, a quanto pare, un boss della droga dal passato nebuloso) che lo disintossica grazie a una misteriosa pozione egizia e in cambio gli commissiona l’assassinio di un ufficiale della polizia. Corrigan si sente in debito, ma al tempo stesso non vuole diventare un criminale. E poi si è innamorato della protetta del deforme boss, una bellissima prostituta asiatica... XVI secolo. Una festa nel castello di Dom Vincente da Lusto, un ricchissimo mercante che ha deciso di ritirarsi nella selvaggia Africa occidentale, diventa un incubo quando tra gli invitati si diffonde la certezza che uno di loro è una sorta di licantropo, un uomo-bestia assetato di sangue... Un agricoltore texano con un passato avventuroso da cowboy decide di scavare in un tumulo indiano alla ricerca di un tesoro incurante delle vaghe allusioni superstiziose del suo vicino, un bracciante messicano che afferma di essere il discendente di un soldato spagnolo al seguito del conquistador Hernando de Estrada. Secondo l’uomo, nel 1545 quella spedizione si trovò ad affrontare un orrore indicibile e per questo il tumulo non va toccato... Due giovani turisti che stanno bighellonando per la Louisiana si fermano per passare le notte in una elegante villa abbandonata al centro di una pineta. Durante la notte uno dei ragazzi, come ipnotizzato da uno strano fischiettare, sale al piano superiore e viene massacrato a colpi d’ascia: il suo cadavere per giunta, come uno zombi, cerca di uccidere il compagno, che sfugge per miracolo e si imbatte nello sceriffo locale, che conoscendo la tetra reputazione di quella villa e della famiglia che la abitava decide di dare credito alla pazzesca storia del turista e di recarsi sul luogo del delitto la notte successiva per svelare l’orrore nascosto nel buio...
Curata da August Derleth nel 1946 per la mitica casa editrice Arkham House, l’antologia comprende 13 racconti e 1 romanzo breve (la title-track) – quasi tutti pubblicati sulla rivista Weird Tales tra la fine degli anni ‘20 e l’inizio degli anni ‘30 del secolo scorso, con poche ma significative eccezioni – e una poesia, oltre al testo originale della commemorazione firmata Howard P. Lovecraft pubblicata in occasione della tragica morte dell’autore texano nel giugno 1936 e a un breve e commosso ricordo da parte di E. Hoffman Price. L’edizione originale americana comprendeva anche storie tratte dai cicli di Kull e Conan, che i curatori italiani hanno eliminato per evitare doppioni (i suddetti cicli sono stati pubblicati integralmente nel nostro Paese in varie edizioni) e per dare al lettore ancora di più il senso della presentazione di un ‘altro’ Robert E. Howard, non necessariamente legato alla Sword & Sorcery che gli ha dato fama immortale e anzi capace di svariare dall’avventura all’horror, dallo storico al western (quest’ultimo tra l’altro a detta di alcuni critici rappresenta il suo genere top, anche se questa affermazione mi è sempre sembrata più un vezzo dal sapore vagamente snobistico che un’analisi seria). Il volume contiene veri e propri gioielli come quel “Testa di lupo” che rivelò il talento di un Howard ancora adolescente al pubblico statunitense, il cupo “Vermi della terra” che inaugura il ciclo troppo spesso sottovalutato di Bran Mak Morn, lo strepitoso horror sudista de “I colombi dell’inferno” e il possente “La valle del verme”, una sorta di poema epico in prosa intriso di una tale retorica ‘guerriera’ che i Manowar gli fanno un baffo. Una curiosità per chi ha amato e ama i comics Marvel di Conan: in questa antologia sono presenti due racconti (“Il fuoco di Assurbanipal” e “L’uomo scuro”) che nonostante non abbiano nulla a che fare con il Cimmero, adattati entrambi da Roy Thomas sono diventati due tra le più belle pagine dell’epopea a fumetti del barbaro del nord.