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Socialtotalitarismo

Socialtotalitarismo

“Quanto sono solidi i valori occidentali? [...] L’esplosivo sviluppo dei neo-mondi digitali, della socialità formato Facebook, del sapere formato Google non dispiega dinamiche che confliggono frontalmente con l’aspirazione alla razionalità, al dialogo, alla democrazia?”. I principi di solidarietà, uguaglianza e democrazia sono in costante pericolo in quanto il progresso culturale e sociale che ha permesso loro di manifestarsi non è irreversibile, né ineluttabile o lineare: si è trattato di un percorso accidentato, costellato di trionfi ed epocali cadute. L’avanzamento tecnico e scientifico è un’arma a doppio taglio: da un lato è promotore di benessere e civiltà, dall’altro si presta ad abusi e strumentalizzazioni il cui esito è innegabilmente nefando. I totalitarismi novecenteschi esemplificano i concetti sopra esposti: caduta della civiltà ed asservimento di scienza e tecnica a fini indesiderabili. Il Socialtotalitarismo subentra alla forma di stato che ha contrassegnato il XX secolo quale sua evoluzione: essi presentano molteplici affinità. Totalitarismo e Socialtotalitarismo emergono allorché le contraddizioni della forma di stato democratica si fanno più evidenti, quando casualità ed incertezza s’impadroniscono della vita degli individui insinuando in loro un esasperante desiderio di unità, semplificazione, armonia... Entrambi ambiscono ad appropriarsi e riplasmare il mondo interiore dei soggetti sui quali esercitano il proprio dominio: i totalitarismi – come ricorda Hannah Arendt - lo fanno servendosi di terrore e ideologia, mentre i socialtotarismi con l’indebita appropriazione dei dati personali e con le tecniche di condizionamento comportamentale - l’innaturale attitudine al “vivere per consumare” ne è un esempio. “Il totalitarismo dei SN è subdolo, doppio e sfuggente”, esiste una via d’uscita?

Il sociologo tedesco Georg Simmel - spiega Franco Ferrarotti nella prefazione del volume - si poneva una domanda tanto semplice quanto irrisolvibile: “Cosa tiene insieme una società?”. Uno storico della filosofia e della religione direbbe che in epoca medievale era la “rivelazione”, mentre in epoca moderna il collante sociale era l’imperativo categorico. Gli storici del futuro forse avranno ben chiaro quale sia l’elemento che unifica la società attuale, fino ad allora non vi è che una risposta ambigua e foriera di molteplici interpretazioni: il vincolo della “comunicazione”. Altre domande irrisolte si pongono allorché ci si chiede: quale influenza - e di quale entità portata - i flussi comunicativi esercitano sulla condotta individuale e sociale? Socialtotalitarismo di Silvio Maresca è un volume nel quale la situazione attuale viene minuziosamente sviscerata ed analizzata, servendosi degli strumenti della psicologia, della sociologia, dell’antropologia e persino della letteratura distopica - il terzultimo capitolo è dedicato a 1984 di Georg Orwell e ad Il Mondo nuovo di Adouls Huxley. L’accostamento tra totalitarismo e Social Network è l’idea cardine del volume, e la consapevolezza della centralità del “dato” quale fonte di significato e di valore - pertanto nuovo strumento di dominio - ne è il cuore pulsante. Gli ultimi due capitoli sono dedicati alle “vie d’uscita” e chiariscono che i Social Network, i flussi comunicativi, i dati sono negativi solo se usati male. Individuarne le applicazioni positive è la grande sfida del XXI secolo. Silvio Maresca attraverso il blog “Pro/Versi” vi prende parte. Si tratta di una piattaforma di dibattito pubblico dove i temi più discussi di filosofia, storia, economia... sono oggetto di un lucido e proficuo scambio di idee e prospettive: un’alternativa positiva alle irrazionali e violente degenerazioni del dialogo che quotidianamente osserviamo su Facebook o Twitter.