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Sodoma

Sodoma

Dal suo arrivo a Roma, Papa Bergoglio ha dovuto fare i conti con un atteggiamento dilagante basato sulla maldicenza e l’ipocrisia. I suoi attacchi a chi tende a scagliare la prima pietra pur sapendo di avere una doppia vita poco trasparente sono noti e alla base del suo pontificato c’è la volontà di riportare una coerenza, soprattutto morale, all’interno delle mura vaticane. Da uomo di Chiesa, Francesco preferisce, comunque, la discrezione, la moderazione a livello mediatico. Francesco Lepore, latinista ed ex sacerdote, ha ricevuto a tal proposito attestazioni di stima dal Santo Padre per l’umiltà con cui ha gestito il segreto della sua omosessualità: senza, cioè, renderlo di dominio pubblico se non dopo l’abbandono dei voti. Allo stesso modo si è rivelato scosso dagli atteggiamenti poco umani che i superiori di Lepore hanno dimostrato nel tempo, mettendo in luce la totale mancanza di umanità di chi dovrebbe, invece, predicare uno stile di vita più inclusivo e meno giudicante. Il mondo sotterraneo con cui trova a lottare Bergoglio però è incancrenito. La Stazione Termini, ad esempio, è uno dei vivai preferiti da molti sacerdoti per trovare i loro prostituti preferiti. Ci sono orari e luoghi prestabiliti, divisi in base all’etnia e alla provenienza dei ‘prescelti’. Il pomeriggio è degli africani, la sera dei rumeni o di coloro che sono giunti dall’Est europeo. Lo scambio di sguardi è veloce, i codici utilizzati facili da decifrare – ovviamente la maggior parte dei porporati si presenta in borghese, fingendo viaggi di lavoro o creando vite di fantasia – le parole utilizzate poche e via al più vicino albergo. Il prezzo non è fisso e nella maggior parte dei casi dettato più dalla disperazione economica o dalla mancanza di documenti di chi si vende che dalla generosità di chi compra…

Il caso mediatico intorno a questo libro è forse eccessivo rispetto a quello che racconta, e sicuramente frutto di una strategia pubblicitaria che ha portato alla pubblicazione quasi contemporanea di questo saggio voluminoso in venti Paesi. La possibile presenza dell’omosessualità in Vaticano, infatti, così come un atteggiamento edonistico di eccessivo amore verso la propria persona non è nulla che possa far urlare allo scandalo o che riesca a sorprendere veramente coloro che con quell’ambiente si trovano ad avere a che fare. Che esistano sacerdoti che affollano le chat di incontro o le saune della capitale è una delle tante indiscrezioni o chiacchiere che si ritrovano nei gruppi di discussione online o nei bar della gay street della capitale. Che questo sia vero, ovviamente, non è dato saperlo. Sembra difficile però che si possa “riscrivere la storia della Chiesa”, come viene riportato in quarta di copertina. La motivazione che smuove Frédéric Martel, ovvero quella di raccontare la doppia vita di uomini che si fanno paladini della cosiddetta ‘normalità’ macchiandosi della più truce e volgare omofobia, quella sì è lodevole ed in linea con una parte del pensiero inclusivo di Papa Bergoglio. Non sappiamo se la statistica riportata dall’autore secondo cui quattro preti su cinque sono gay sia attendibile, ma di sicuro esiste una presenza di arcivescovi, cardinali o prelati omosessuali. Il pettegolezzo è costantemente dietro l’angolo – anche su personaggi morti o del passato - e per chi ama il genere le oltre cinquecentocinquanta pagine offrono mille spunti di riflessione e di conversazione pruriginose con gli amici. Gli incontri, le interviste, i nomi riportati sono tanti e non si può mettere in dubbio l’interesse all’inchiesta giornalistica di Martel, a cui avrebbe giovato sicuramente un profilo ‘più basso’ per ottenere un risultato più significativo e incisivo.