Salta al contenuto principale

Soggetti smarriti – Il ritorno

Soggetti smarriti – Il ritorno

Guardando la trasmissione Techetechetè, che ripropone una televisione che ormai non c’è più, alzi la mano chi almeno una volta non si è chiesto che fine avesse fatto qualcuno di quei personaggi che ci hanno accompagnato per tanti anni. Protagonisti involontari delle nostre giornate o serate: la contessa col languorino che Ambrogio prontamente soddisfava con un cioccolatino, sempre impeccabile nei suoi tailleur gialli con tanto di cappello, che poi ha sposato un principe diventando nobile per davvero; Pasquale Africano, indimenticabile guardia giurata della trasmissione Forum, quando ancora, con tutto il rispetto per gli attuali giudici, a dirimere le controversie c’erano personaggi del calibro di Sante Licheri e Tina Lagostena Bassi. Lui ha lasciato la televisione per andare a vivere in Thailandia. Lilli Carati, il lato b più amato per anni grazie a trasmissioni come Drive In e tutta una serie di film porno e soft – più porno che soft ‒ che oggi sono considerati dei cult, mancata recentemente dopo essere passata dal successo alla droga e poi ad una vita tranquilla e casalinga. Per rimanere a Drive In, il paninaro Enzo Braschi, diventato un esperto di nativi americani, che fra le altre cose è stato anche nominato sciamano. Uscendo dal piccolo schermo troviamo un paio di interviste abbastanza scioccanti: quella ad Alessandro Patelli, ex braccio destro di Umberto Bossi, quella a Cesare Casella, rapito nel 1988 tenuto prigioniero per oltre due anni in Aspromonte, la cui mamma è diventata famosa per essersi incatenata ed aver sfidato apertamente la ‘ndrangheta. Ma sono solo alcuni, le interviste brevi ed incisive sono davvero tante…

Una bella serie di interviste, purtroppo datate - tanto che alcuni degli intervistati sono nel frattempo venuti a mancare - ma che tolgono qualche curiosità che quasi certamente sono venute a tutti. Tante cose che mai ci si sarebbe potuti immaginare, per esempio che l’uomo col martello della Plasmon, sì quella specie di trattato di anatomia semovente, è amico intimo di un malavitoso e per fargli un piacere si è fatto anni e anni di galera in Egitto, tanti retroscena (e una “quasi costante”, la droga, che pare essere stata per decenni l’unico passepartout per lavorare nel mondo dello spettacolo), tanti sassolini nelle scarpe tolti con grazia. Da gente che è fuori dal giro dopo tanti anni mi aspettavo qualche frecciata pesante, invece tutto sommato questo è anche un libro garbato; una vena leggera di malinconia per qualche vita che tanto semplice non deve essere stata. Fra le più interessanti le interviste a due televenditori, Sergio Baracco ‒ quello a cui i Fichi d’India hanno poi fatto il verso con il celeberrimo “ava ava amici”, gioielliere di Valenza Po, che è stato addirittura nominato dal vescovo di Milano Cavaliere del Santo Sepolcro e fra i suoi clienti privati ha annoverato Berlusconi. L’altro che è partito come televenditore e ha messo in piedi una serie di holding finanziarie con cifre che rapportate ai tempi fanno girare la testa e che ha poi subito processi per una durata di circa quindici anni. Last but not least, quella ad Alessandro Patelli, che a leggerla attentamente fa capire a posteriori quante cose sono state taciute sulla vicenda di Mani pulite – quella che decretò la fine della Prima repubblica. Tante storie e tante vite per tornare a degli anni che, almeno nella memoria, sono ancora quelli apparentemente belli della Milano da bere.