
Marthe è una donna accorta e fiduciosa, costretta a crescere i figli piccoli e a mandare avanti la fattoria da sola perché il marito ha dovuto arruolarsi. Nessuno l’aiuta, anzi i più scommettono sul suo fallimento. Quando decide di accogliere un prigioniero tedesco come lavoratore agricolo, le malelingue parlano e i pettegolezzi si diffondono, alimentati dal fatto che Marthe rimane incinta. Così, quando il marito, geloso e burbero, torna a casa in congedo, sono molti a scommettere sulla sua ira… A Rouen lo zio ha avuto una congestione cerebrale ed è costretto a letto paralizzato. Ormai gli resta poco da vivere. È un’agonia vederlo soffrire, chiedere insistentemente un po’ d’acqua che gli viene sempre negata perché tanto non può berla, infuriarsi per i rifiuti ricevuti. Insomma, vederlo morire. Sono tutti lì attorno al letto a soffrire con lui e a piangere, ma non c’è nessuno che sappia fare qualcosa per alleviargli il tormento … In Spagna esperienze terribili: affondare i denti nella pasta oleosa e grumosa piena di zafferano in piazza a San Sebastian; non vedere l’ora di ripartire il prima possibile da Valencia; a Elche essere scambiati per due toreri catalani; cercare in questa terra il sole, le danze e i canti, ma essere costretti a riparare in un cinema a causa della pioggia…
Questo libriccino di neanche quaranta pagine raccoglie alcune prose inedite in Italia di André Gide (1869-1951, premio Nobel per la Letteratura nel 1947), lo scrittore francese celebre per I sotterranei del Vaticano che qui ci regala dei brevi momenti autobiografici. La raccolta è composita: se il primo e il secondo racconto sono compiuti e organici, più frammentata è la narrazione dell’esperienza spagnola, particolare perché Gide rivela tutta la propria delusione rispetto ai colori, al cibo e al calore che noi tutti ci aspetteremmo da questa terra. Chiude l’opera una serie di frammenti tratti da Diario senza date, che completano la panoramica sulla scrittura breve di Gide e concludono la linea discendente della raccolta, che parte dal racconto più lungo e arriva agli aforismi. E più è breve e concisa la forma narrativa, più densa si fa la riflessione di Gide, che dimostra tutta la propria abilità nel tratteggiare in poche ma precise parole un soggetto, una situazione o un’emozione (immediato è il pensiero a Elias Canetti - Le voci di Marrakech - e Albert Camus, che molto furono influenzati dallo stile di Gide). Una raccolta intima e intensa, che come rivela il titolo ci porta innanzitutto a riflettere sul nostro atteggiamento verso gli altri e su quanto sia prezioso, anche solo dal punto di vista egoistico della felicità individuale, trovare nell’altro un amico e un sostegno.