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Solo i folli cambieranno il mondo

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Che la follia sia spesso una compagna di strada dell’arte e della filosofia è cosa nota. Ma il tema si presta a diverse declinazioni. In questo caso si tratta di scandagliare l’area di confine tra estetica, filosofia, neurologia. Secondo, cioè, un approccio trasversale. E di farlo con lo sguardo rivolto al presente, per osservare con lucidità le smagliature che segnano l’attuale civiltà occidentale. Si comincia però dagli albori: da quelle manifestazioni disturbate le cui tracce si trovano nel pensiero dei cinici, ed in particolare in una figura eccentrica, quale quella di Diogene. Per rilevare subito che i presunti folli, fin dall’inizio della storia dell’umanità, sono stati espulsi dalla società dei cosiddetti normali. Emarginati o, addirittura, fisicamente eliminati, come nel caso di Socrate. Il problema è che la follia che scuote la normalità dei conservatori è spesso feconda. Scioglie i grumi del conformismo. Spazza via gli schemi consolidati per aprire nuove prospettive, magari poi accettate dal resto dell’umanità. La follia, insomma, è dei visionari e dei rivoluzionari. Di coloro che arrivano in anticipo. Così è per Erasmo, che ne scopre il fascino in tarda età; così è per Mozart o Alda Merini. Come pure per Munch, Bosch, Ligabue o Van Gogh. Così la storia della letteratura, della filosofia, della musica e della pittura appaiono costellate dalla presenza di folli geniali, che hanno spalancato nuove prospettive estetiche e teoretiche…

L’agile volume di Lamberto Maffei condensa diverse suggestioni, coinvolgendo il lettore in profondità. Si tratta di un excursus storico-critico in cui confluiscono diverse componenti, cementati dalla straordinaria competenza con cui l’autore analizza i meccanismi della patologia mentale. Una patologia che nulla ha di negativo, dal momento che sfocia in risultati di straordinario valore. Spaziando nelle epoche più diverse, soffermandosi su figure cruciali nella storia della cultura e dell’arte, Maffei svela così elementi inediti. Ed offre chiavi di lettura nuove e suggestive che, pure nella loro sinteticità, possono fungere da pungolo per gli specialisti delle varie discipline che nel volume vengono chiamate all’appello. Peraltro, frantumando vecchie e nefaste barriere. Come quella che ha portato alla scellerata contrapposizione tra la scienza e le discipline umanistiche. Frutto avvelenato di un approccio che, sottolinea Lamberti, tanti guasti ha provocato in Italia. Circola inoltre, tra le riflessioni dell’autore, una costante preoccupazione per la follia, sterile e distruttiva, che ha trasformato l’uomo in uno scialbo esecutore di direttive imposte dall’alto. In nome di una ragione economica che, clonando le menti, cancella quanto di unico e prezioso è dell’uomo stesso, segnando il trionfo della logica senz’anima dell’algoritmo. E auspicando un’inversione di rotta che solo i presunti folli possono avviare.