
North Carolina, 1590, isola di Roanoke. 115 coloni insediati lì pochi anni prima scompaiono misteriosamente, unico indizio una incisione su un albero: Croatoan, un’isola dello stesso arcipelago. North Carolina, 1995, isola di Croatoan. Un gruppo di archeologi, durante gli scavi, si imbatte in un esemplare femmina di circa dieci anni, viva e cresciuta in uno stato selvaggio e senza alcun precedente contatto umano… Penitenziario di Piedra Colorada, un’isola sperduta nell’oceano. 1939. Il sergente Francisco Nava viene coinvolto in un tentativo di evasione. I detenuti lo rinchiudono nella cella di Egidio Quintero, il detenuto 444, scomparso inspiegabilmente una notte proprio in quella cella, da allora considerata maledetta… Phil Summers era il leader dei Chaos Manor, una delle più popolari band grunge degli anni ’90. Phil Summers, però, dopo la morte della sua Marie, lasciò che la sua vita andasse a rotoli, fino a svanire del tutto e divenire una sorta di leggenda della musica. Vent’anni dopo Phil, però, contatta una giornalista che si è occupata della sua presunta morte e la invita sulla sua isola, là il tempo non passa e le ombre dei morti tornano in vita…
Tre racconti uniti quasi a formare un unico romanzo, accomunati tutti dal fil rouge del mare che li attraversa trasversalmente: un mare fatto di profondità pulsanti, isole misteriose e forze della natura ferali ed antiche. Facile pensare a quell’ormai vecchia serie televisiva che ci tenne incollati ai teleschermi e spesso ai computer, tanti anni fa, quel Lost che su di una isola ci fece vedere di tutto. Eppure è altrettanto facile rendersi conto che sarebbe un accostamento troppo generico. Nei tre racconti il fattore soprannaturale è ben delineato e non scivola mai in eccessi che ne farebbero perdere la consistenza e, soprattutto, la gestibilità. Merito maggiore degli autori, però, è l’atmosfera che hanno saputo creare: vi è un’inquietudine comune, il sibilo di un pericolo, di qualcosa di non visibile ma che è lì, nascosto tra le onde ed in procinto di apparire. Anche quando si prova ad interpretare razionalmente un determinato evento, resta sempre la sensazione che nasca da qualcosa di primordiale e non spiegabile completamente. Tre “avventure” che, anche partendo da vere leggende, si muovono egregiamente tra mistero ed horror, condividendo il giusto ritmo di lettura necessario per mantenere la tensione alta e vivo quel “richiamo” da una zona oscura della realtà. Ogni testo affronta il tema dell’isola a suo modo, quasi sempre in maniera originale e senza prevaricare, poi, l’approfondimento psicologico dei personaggi. Delle tre, va detto, Piedra Colorada di Massimo Marenzana è probabilmente la track migliore, quella che meglio incarna tutti i presupposti di questa raccolta.