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Sommario semiesauriente delle maialate con pratiche sessuali inusitate

Sommario semiesauriente delle maialate con pratiche sessuali inusitate

L’avisfilia, ossia la passione incontrollabile per le specie avicole inaugurata da Zeus e Leda, sarebbe addirittura responsabile della guerra tra Sparta e Atene, oltre ad essere alla base del paradosso dell’uovo e della gallina e della sua soluzione aristotelica… L’endytophilia, invece, trae addirittura origine dalla Genesi, essendo la sua comparsa contemporanea a quella dell’uomo, anzi, della donna; coincide con l’evizione del frutto proibito e la conseguente asconsione delle pudenda di Eva dietro una foglia, che causa il subitaneo risveglio di un Adamo fino a quel momento irresponsivo all’ostentazione degli organi ora nascosti. Si tratta, dunque, della passione per le persone vestite di tutto punto… Hot dog–in-a-hallway è un compendio di meccanica quantistica e motori a otto tempi. Si tratta dell’accoppiamento singolare (nel senso letterale del termine) tra un micropene e un’elefantiasi vulvare… La dendrofilia, o attrazione sessuale per gli alberi, non va confusa con l’afflato per la Natura che pervade le coscienze ecologiche così diffuse ai giorni nostri, onde evitare di far torto a coloro i quali questa passione, poi catalogata tra le perversioni, l’hanno provata in tempi non sospetti… L’agalmatofillia è la passione smodata per la materia inanimata, una passione cieca che spinge compassati impiegati a concupire carnalmente barbie e macchinine nelle vetrine dei negozi, disposti anche a sottrarle dalle mani di quattrenni per dare sfogo ai propri istinti…

Questo catalogo semiesauriente delle pratiche sessuali inusitate messo insieme dal fantomatico Eusebio Gnirro ha il sapore dei divertissement d’antan, dei manualetti atroci e irridenti messi insieme da studenti liceali nella prima metà del Novecento per combattere la noia di interminabili lezioni in aule polverose e poco illuminate. Come ben dice il titolo della prefazione di Giulio Mozzi all’opera del suo probabile alter ego,”Questo libro non vuol significare nulla”: non è, come dice lui, un trattatello erotico, ma un omaggio alla fantasia, un catalogo dell’immaginario e dell’infinita capacità umana di creare, appunto, immagini e da queste inferire, su queste costruire. Senza tema di paradosso né di megalomania, l’autore stesso paragona l’opera a un universo simile a quelli creati da Roberto Bolaño ne La Letteratura nazista in America. È un campionario non finito ‒ in omaggio alla capacità umana di inventare ‒ di fenomenologie dell’assurdo, un trattatello godibile e colto che si legge d’un fiato e che ha il formato tascabile caro e utile alle fantasie – non solo onanistiche ‒ di una generazione che ha inciso sul legno dei banchi e sul retro delle lavagne la propria insofferenza per le lezioni dei parrucconi.