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Sono tutte storie d’amore

Sono tutte storie d’amore

Nel luogo in cui “il bene era quasi impossibile” la cattiveria cresce notte dopo notte nella piccola comunità rappresa attorno ai guardiani del faro; da lì la terraferma si vede in lontananza, tra le lacrime miste a sabbia che non vanno mai via dal viso, e la si raggiunge di rado con la piccola barca. Nella piccola comunità si parla, certo, “ma mai per dirci le cose importanti” e la condanna di non poter mai essere abbastanza lontani l’uno dall’altro è tutt’uno col rischio attentamente evitato di avvicinarsi davvero. In quel luogo, in un giorno caldo di maggio, dal mare – quel mare blu e anche nero che grava intorno e sopra ogni cosa come una maledizione – arriva un angelo con un canestro di ciliegie sul capo. Si chiama Dóris e il vecchio Matias l’ha vinta alle carte al di là del mare… “I libri non curano la cattiveria. Non l’hanno mai curata né mai la cureranno. È inutile provare a credere il contrario. […] Forse i libri scrivono le cose giuste per vie traverse. Come Dio. Io sono una via traversa”. Lui è un assassino, in carcere avrebbe voluto uccidere anche se stesso. Ma i libri gli hanno salvato la vita… Domani. È “il tempo che racchiude i sogni”. Di cose da fare domani parla al telefono una donna, una dei passeggeri che quel giorno l’autobus ha portato a vedere i mandorli in fiore. Ora stanno tornando a casa, è notte, piove; perdono qualche attimo perché si fermano a dare un passaggio a qualcuno. Quegli attimi sono il loro destino, che li aspetta poco più in là su quel ponte, dove hanno appuntamento…

Il talento delle parole, saperne fare musica per arrivare al cuore del lettore fino a farne vibrare le corde dell’anima, anche in racconti come questi che come caratteristica immediata hanno di essere disturbanti. Questo è, in breve, Dulce Maria Cardoso, scrittrice portoghese vissuta in Angola durante l’infanzia e poi tornata a Lisbona dove ha cominciato a scrivere racconti e soggetti cinematografici, qui alla sua quinta pubblicazione. Questo è – con tutta probabilità – il motivo perché fin dagli esordi ha meritato premi prestigiosi, tra i quali il Grande Prémio Acontece de Romance e il Premio letterario dell’Unione europea. In questi quattordici racconti (nell’edizione italiana ce ne sono due in più) si comprende presto che non c’è posto alcuno per la speranza, nessuno spazio per la consolazione, tranne (forse) nell’ultimo che chiude la piccola raccolta, una curiosa lettera dell’autrice alla parte di se stessa che dice di aver ucciso e, almeno per ora, eliminato dalla sua vita. Non è l’unico omicidio in queste storie belle e spietate, ma ci sono anche incesti, esseri deformi, accenni di antropofagia, violenza e morte, quasi sempre costante la morte accompagnata dal senso del tempo che trascorre spietato; davanti ad entrambi l’uomo è inerte, assolutamente disarmato. Sono tutte storie d’amore davvero, allora? Come è possibile? Sì, lo sono. Ma bisogna guardarci bene dentro, bisogna osservare con attenzione, ascoltare con pazienza le parole, e dentro e dietro le parole; perché potrebbe sembrare che no, che di amore non ci sia traccia affatto. E sarebbe sbagliato e una perdita non accorgersene. Sono storie d’amore, invece, ma senza cuoricini, tutte senza felicità, senza lieto fine, senza bene, senza fortuna, senza conforto. Eppure l’amore trasuda, diverso, in ognuna come pus da strane ferite. Legami forti che sono ossessioni, che sono troppo amore, che sono cattiveria persino. È la nota tipica di certa letteratura latina, che è magia ma a tratti anche gusto macabro, che è malinconia, incanto, stupore, capace di confondere bene e male, reale e fantastico, di intorbidare le atmosfere, di sfumare tempo e luogo delle storie come fossero favole nere. Viene da parafrasare il verso di una nota canzone, e pensare che forse non lo sappiamo ma anche quello di questi racconti è amore. Un altro piccolo gioiello di questa casa editrice da non perdere, insomma. Un piccolo cenno alla bella copertina, caratteristica di Voland, che stavolta si vela di una specie di delicata evanescenza così a contrasto col contenuto del libro e allo stesso tempo così coerente e perfetta.