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Sono Vincent e non ho paura

Sono Vincent e non ho paura

Vincent ha undici anni, è in quinta elementare, abita a Rotterdam e ha un papà e una mamma. È quello che si ripete, ad alta voce, nel buio del bosco. Continua a parlare a sé stesso perché aiuta, in questi casi: quando si ha paura, quando ci si sente soli, insomma quando si è in fuga e ci si domanda se fosse proprio necessario fuggire, rinunciando al conforto del piumone dell’Uomo Ragno, per esempio. Vincent ha letto un libro su come sopravvivere nella natura e potrebbe farcela, ce la farà. Se non mangerà per errore la bacca sbagliata. E se non lo troveranno. Ogni giorno, quando finisce la scuola, sceglie uno dei tre percorsi possibili per tornare a casa. Cambia sempre, ma i ragazzi sono velocissimi. Anche oggi lo raggiungono, lo afferrano per le braccia, gli prendono lo zaino e ridono. Si tirano il suo contenitore per il pranzo come fosse una palla. Lo spingono fino a farlo cadere e poi si allontanano. Vincent è deluso di sé, perché non è abbastanza veloce per riprendersi quello che è suo e scappare via. Qualche volta sogna di volare, di parlare con gli animali e di sparare dalle dita raggi ultravioletti in grado di distruggere tutto. È molto forte nelle storie che si racconta. Che poi Vincent, se qualcuno glielo chiedesse, preferirebbe essere potente, piuttosto che forte. Dal momento che forte proprio non lo è mai stato…

Vincent, oltre a conoscere a memoria il manuale di sopravvivenza che ha letto quando aveva dieci anni, ha un kit di sopravvivenza (in una scatoletta che tiene sotto i vestiti, legata in vita con un nastro bianco). Jasmijn, La Jas, invece indossa una felpa con cappuccio e un cappellino, come se uno solo dei due non bastasse, suona la chitarra elettrica ed è a dir poco spavalda. Per qualche tempo Vincent è stato davvero felice per questa meravigliosa, inaspettata amicizia; finché Dilan e la sua banda non gliel’hanno fatta pagare. Che differenza c’è tra sopravvivere - arte della quale Vincent sembra essere esperto - e vivere? Forse la VDV (Volontà Di Vivere), di cui il ragazzino farà esperienza durante la sua fuga dal campo scuola. Forse la possibilità di difendersi dai soprusi chiedendo aiuto. Una storia tosta, che chiama le cose con il loro nome e insieme una storia in cui gli elementi fantastici, i sogni e le aspirazioni si mescolano alla cruda realtà. Se siete alla ricerca di un libro che affronti il tema del bullismo, del sopruso in generale, in maniera onesta e non edulcorata, se vi state misurando con la paura, e con la paura della paura, e con la paura di confidare questa paura a qualcuno, siete davanti al libro che fa per voi. Stampato in carattere ad alta leggibilità, adatto dai dieci, undici anni. Finalista al Deutscher Jugendliteraturpreis e al Dutch Children’s Jury Prize.