
Inizio anni Novanta. Marty ha tredici anni. È timido e impacciato. Passa ore ascoltando musica ad alto volume con il suo walkman nelle orecchie. Il suo unico amico è Pasquale: un ragazzino cicciottello che annega tutte le sue paure da adolescente mangiando. Marty e Pasquale cercano il più possibile di tenersi lontani dai guai, di non essere visti da Ivan e i suoi amici, i bulletti della scuola, che si divertono a prenderli in giro, a ridicolizzarli davanti agli altri. Marty ha una cotta per Tamara, una ragazzina della sua classe. Lei ama essere al centro dell’attenzione. Fa il filo ad Ivan ma non disdegna la compagnia di Marty perché sa che lui, più bravo di tutti loro a scuola, le passerà i compiti corretti. Durante una delle solite giornate, Ivan si incattivisce in maniera ancora più violenta del solito nei confronti di Marty. Ed è allora che il ragazzino scopre una cosa che lo sconvolge: ha una sorta di “superpotere”. Se pigia il tasto “stop” del suo walkman il mondo si ferma, lui riesce a scappare e a correre via da Ivan e non solo da lui. Marty comincia a “provare” il suo potere: a casa con sua madre, a scuola durante le interrogazioni. Il mondo va un “pausa” e quando tutto riprende nessuno ricorda ciò che è accaduto. Come si fa però a non perdere il controllo? Come si fa a non abusare dei propri “superpoteri”? Se hai tredici anni è facile perdere il controllo, farsi dominare solo dalle emozioni, dall’istinto. E Marty capirà quanto un potere sia un “dono” tremendo…
Sospeso graphic novel di Giorgio Salati (sceneggiatura) e Armin Barducci (disegni) è un po’ l’antitesi del tipico racconto di formazione che descrive come superare le difficoltà per diventare grandi. Martino, il protagonista, è uno dei tanti ragazzini bullizzati, con l’amico nerd, fuori da ogni contesto sociale accettabile ma spinto da pulsioni irrefrenabili nei confronti di Tamara, una ragazza molto più sveglia di lui che se la fa coi ripetenti e i bulli che lo opprimono, mentre si serve di lui per copiare i compiti. Essere adolescenti non è facile. Non lo è per nulla. Sicuri che una vittima, se avesse dei poteri, non si trasformerebbe in un carnefice? È questa la domanda che attraversa tutta la narrazione. Da Ossessione di Stephen King fino al massacro di Columbine, passando per Jeremy dei Pearl Jam (inserita nella playlist virtuale con cui leggere il libro), sappiamo bene quanto le vittime dei bulli, gli emarginati, quelli che non si integrano e vivono nel loro mondo per troppo tempo, possano diventare pericolosi per loro stessi e per gli altri. Salati e Barducci creano un lavoro complesso, intenso, in cui i disegni sono crudi, dai colori accesi, esattamente come le emozioni dei protagonisti. Non c’è nulla di manicheo, nessuno stereotipo a cui aggrapparsi, vittima e carnefice hanno entrambi pregi e difetti e sono entrambi ragazzini. A fare da cornice gli anni Novanta e una playlist che ameremo e che comincerà a girare sul nostro Spotify (con buona pace del vecchio walkman che in fondo un po’ ci manca). Salati e Barducci ci fanno entrare nella mente della vittima predestinata, nei suoi sogni, nelle sue pulsioni e nelle sue più grandi paure. Proviamo lo stesso desiderio di vendetta del protagonista e quello che vediamo ci mette a disagio, perché sappiamo bene che potremmo comportarci esattamente come lui.