
Francesco Veleno rientra una sera a casa, ma la trova buia e desolata: i suoi genitori non ci sono, fatto strano. Dopo una cena frugale arrangiata sul momento, si addormenta esausto sul divano, ha passato una giornata sul campetto dell’oratorio. La mattina seguente è ancora solo, fatto sempre più strano. Finalmente trova un biglietto della madre che l’invita - con un futuro che non è nelle sue corde, lei che è abituata ad esprimersi sempre al presente - a raggiungerlo in ospedale, dove lavora, perché ha da spiegargli delle novità. In effetti la sua vita sta per cambiare: la madre ha deciso di lasciare suo padre, di lasciare quella situazione di comodo, di quieto vivere, di due persone che stanno insieme per “ragioni di Stato”. Francesco, giovane adolescente, non ha che da vivere le sue giornate sempre più solo, fra la chiesa, l’oratorio e la scuola. Proprio a scuola c’è Claudia, ragazza apparentemente stravagante, ma sempre sicura di sé: per lei il vestito è un doveroso camuffamento, un modo per esprimere i suoi stati d’animo; il futuro è una speranza da costruire. Claudia è l’esatto opposto di Francesco, impacciato e chiuso nelle sue paure, e adesso ancora più solo. Claudia, con quei capelli corti e quella solitudine di chi non vuole omologarsi, è ossigeno puro per Francesco, che la osserva da lontano e poco a poco riempie con lei i suoi pensieri. Non osa avvicinarla, non osa parlarle, figurarsi dichiararle il suo desiderio. Finché un giorno è Claudia ad andargli vicino e rivolgergli diretta poche parole: “Veleno? Dobbiamo parlare. Tu sai che tua madre è l’amante di mio padre?”…
Mario Desiati descrive con un tratto delicato e ironico, spiazzante e chirurgico, la solitudine e l’incertezza della sua generazione di quarantenne colto ed in balìa di una società che non si cura dei suoi figli: per questo costruisce e propone al lettore le storie, parallele e convergenti, di due giovani che attraversano la vita divisi fra la necessità di rimanere nel loro nido (Martina Franca per Francesco) e la curiosità di esplorare il mondo (Claudia viaggia e va a Londra per un anno, studia a Milano, lavora a Berlino…). L’esplorazione del mondo e dei sentimenti è un viaggio interiore che scandaglia le paure e le pulsioni senza nessun tipo di censura e filtro, si spinge all’opposto ed all’eccesso, non pone limiti alle sperimentazioni, anche se una mano resta sempre sul freno, per capire fin dove ci si può spingere, dove si trova l’ostacolo da superare. Si tratta di un romanzo di “cristiani” senza patria, Spatriati appunto, che sono alla ricerca della loro identità, a metà fra le proprie origini e la necessità di non avere confini. Si tratta di un percorso interiore fra gelosie, ingenuità, pensieri e citazioni, scandito da un ricercato elenco di libri “di formazione” snocciolati secondo un ordine rigorosamente cronologico (in appendice un’interessante ricostruzione non pedante ma motivata dei testi e degli autori citati). L’incontro-scontro fra le due personalità amiche per la vita, amanti a modo loro, complementari per carattere e per aspirazioni, si innerva e si fonde sullo scorcio sempre presente, quasi protagonista implicito, di una società che sottrae certezze alle giovani generazioni: in questa mutevole deprivazione di punti di riferimento, non resta che ancorarsi alla ricerca della propria inclinazione e della propria identità, oltre ogni pregiudizio. La sperimentazione dei due protagonisti si riflette nello stile godibile, mai banale.