Salta al contenuto principale

Marcel Proust: il dandy e il silenzio

Articolo di

Marcel Proust – lo scrittore francese più noto e apprezzato di tutti i tempi - nasce a Parigi nel 1871, l’anno in cui la capitale francese è al centro di una forte sollevazione civile che porta al breve insediamento della “Comune”. Un evento che non avrà alcuna influenza sulla sua formazione, poiché appartenente ad una famiglia molto facoltosa. Il padre è medico e la madre figlia di ricchi banchieri. La sua giovinezza trascorre in un contesto agiato, benché segnato fin dall’età di nove anni dai primi attacchi di asma, segni premonitori di una malattia che funesterà l’intero percorso della sua esistenza. A tal proposito scriverà più avanti “Riceviamo dalla nostra famiglia così le idee di cui viviamo come la malattia di cui moriremo”. Le sue fragili condizioni di salute non gli impediscono, tuttavia, di eccellere negli studi e di rivelare, fin dalla più giovane età, una vivissima inclinazione per l’ambito letterario.



Dopo aver frequentato il liceo Condorcet e la scuola di scienze politiche – dove ha l’opportunità di entrare in rapporto con eminenti figure della cultura contemporanea – si consacra al giornalismo. Questa attività gli consente di coltivare le proprie passioni letterarie e nello stesso tempo di frequentare i salotti mondani, in cui viene volentieri ospitato in virtù delle sue squisite doti di raffinato parlatore. A queste qualità accompagna atteggiamenti e vezzi da dandy, che contribuiscono in quel periodo a fare di lui una sorta di figura leggendaria. La morte del padre, avvenuta nel 1903, ma soprattutto quella della madre – nei confronti della quale fin da bambino aveva nutrito un attaccamento morboso - verificatasi solo due anni più tardi, segnano una svolta fondamentale nella sua vita. Da quel momento Marcel Proust precipita in uno stato di profondo sconforto che lo porta a rifuggire ogni coinvolgimento mondano e a rinchiudersi progressivamente in una condizione di assoluto isolamento. Trascorre le sue giornate nella quiete assoluta di Cabourg o nell’abitazione di Boulevard Haussmann, barricato all’interno di una stanza insonorizzata da pareti rivestite di sughero.

Qui inizia a comporre il grande ciclo narrativo della sua opera Alla ricerca del tempo perduto. Si tratta di un lavoro monumentale costituito da oltre tremila pagine e articolato in sette parti, in cui l’autore compie una vasta e approfondita ricognizione del tempo trascorso, nel tentativo di recuperarne la memoria e di metterne in salvo i momenti più significativi, in un’accurata rievocazione dell’ambiente borghese di fine dell’Ottocento e inizio Novecento. Fino al giorno della sua morte egli non vive che per la realizzazione di questo progetto letterario, in una relegazione che egli stesso definisce metaforicamente “da arca di Noè”. Ragione per la quale – al di là dell’indiscutibile valore letterario dell’opera - da sempre il nome Marcel Proust viene indissolubilmente associato a quello della Recherche. Il primo volume viene stampato nel 1913 a sue spese da Grasset con il titolo di La strada di Swann; dopo aver incontrato per ben due anni il rifiuto a pubblicarlo da parte di altri editori. Solo nel 1914 importanti estratti del romanzo compaiono sulla “Nouvelle Revue Française”. Nel frattempo le crisi asmatiche si susseguono sempre più frequentemente, ma la volontà di portare a termine il lavoro sostiene Proust dai tormenti fisici. E le prime soddisfazioni non tardano ad arrivare. Nel 1919, al termine della Prima Guerra Mondiale, il secondo volume All’ombra delle fanciulle in fiore ottiene l’ambito riconoscimento dell’Accademia Goncourt. Tra il 1920 e il 1922 escono I Guermantes e Sodoma e Gomorra. Poi le condizioni di salute precipitano irrimediabilmente e l’autore si spegne il 18 novembre del 1922, non prima tuttavia di aver scritto le ultime due opere La prigioniera, Albertine scomparsa e Il tempo ritrovato, che vengono pubblicati dopo la sua morte.

I LIBRI DI MARCEL PROUST