
Fin da piccoli sviluppiamo delle rappresentazioni delle relazioni tra i sessi e i generi, è subito evidente cosa sia considerato appropriato per un maschio e cosa per una femmina. Lo sport contribuisce a perpetuare queste rappresentazioni, sostenendo sistemi ideologici sessisti e genderisti, alimentando pregiudizi. Ma per fortuna anche lo sport non è a riparo dai cambiamenti e il coming out di molti atleti ed atlete, soprattutto negli ultimi anni, ha contribuito in modo considerevole alla promozione di uno sport “nuovo”, che è diventato sempre più inclusivo e sempre meno discriminatorio. Singole scelte hanno contribuito alla creazione di programmi diversi e iniziative contro le discriminazioni di genere, l’omosessualità, il transgenderismo e l’intersessualità. È il caso del trentaduenne ex centrocampista della nazionale tedesca Thomas Hitzlsperger, rivelazione spontanea che si inserisce all’interno di una serie di iniziative che da alcuni anni il calcio tedesco porta avanti…
Il libro utilizza l’asterisco al posto di una lettera alfabetica al fine di limitare l’uso del maschile plurale inclusivo, porta testimonianze, racconta storie di coming out come quello di Martina Navrátilová che dopo solo dopo aver ottenuto la cittadinanza americana decise di rivelare il suo orientamento sessuale o quello della tennista Amelie Mauresmo che a soli diciannove anni ha annunciato al mondo intero di essere lesbica, o quella del campione del mondo di salto con l’asta nel 2015 a Pechino Shawn Barber che lo ha fatto con un post su Facebook. Tante, tantissime testimonianze, esperienze, riflessioni raccolte in questo libro di Carlo Scovino patrocinato da Amnesty International contro tutte le etichette che come dice Martina Navrátilová “sono per l’abbigliamento e non per le persone”.