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Stelle nere - Giuseppe Loreta brillante astrofilo e camicia nera

giuseppeloreta

“Loreta Giuseppe o Eppe, astrofilo bolognese, che dal suo osservatorio privato in via E. Masi 14 si dedicò all’osservazione delle stelle variabili, stelle filanti e comete”. Poche righe ricordano l’esistenza di colui che, dal suono dell’appellativo, sembrerebbe un eccentrico e romantico personaggio. Dopo una ricerca più approfondita, risulta essere nato nel 1908 e morto nel 1945; laurea in Giurisprudenza, professione giornalista e bibliotecario, arruolato tra le fila dei volontari di Salò. Un repubblichino insomma, fiero di firmare “feroci articoli di propaganda contro il Re, Badoglio, i traditori del 25 luglio, gli americani, i russi, gli inglesi, gli ebrei, i partigiani, gli antifascisti”. E quelle stelle filanti, le comete? Appartengono alla vita alternativa di Eppe, il lato non politico, quello di astronomo amatoriale. Prendiamo una notte qualunque nel corso della sua esistenza, una notte estiva con il cielo terso. Eppe ha venticinque anni e osserva gli astri a occhio nudo e con il binocolo, segue le posizioni diverse per giorni, annota tutto, fa ipotesi e si ritrova scopritore di fenomeni inediti. Diventa famoso, riconosciuto, firma svariati articoli scientifici. Scalata agli astri è il titolo della sua opera più letta, un “libro d’astronomia popolare illustrato dall’autore”, apparso nel 1935, lo stesso anno di uscita di un suo romanzo di stampo futurista, come nella moda dell’epoca. Poco meno di dieci anni più tardi anche la sua città è occupata dai tedeschi e bombardata dagli Alleati; i partigiani sono pronti, “scalpitano per l’insurrezione finale”, per la liberazione. I fascisti sono diventati prede. Scappano. Giuseppe Loreta no, non abbandona la sua camicia nera nemmeno quando gira, disarmato e irriducibile, per portici e vicoli…

Il cielo stellato sopra di lui, di certo, era uno spettacolo da spezzare il fiato. Nella Bologna oscurata per ripararsi dai nemici e al tempo del coprifuoco e del razionamento dell’energia, milioni di stelle sovrastavano le esistenze di esseri umani impegnati in altre, materiali, faccende. Il fascismo, poi l’armistizio, le lotte per la Liberazione. Così, anche le incredibili e valenti scoperte astronomiche di Loreta, negli anni, sono state dimenticate. Oppure, anche, sono state condannate all’oblio, damnatio memoriae (o cancel culture - diremmo in questo decennio) di un personaggio difficile da lodare, marchiato dalla fedeltà cieca al regime e attivo nella propaganda. Riscopre le sue tracce, attraverso documenti d’archivio e lettere, un astrofilo di questo secolo: Ernesto Guido (Castellammare di Stabia, 1977), scopritore di un asteroide e autore di questa biografia storica e scientifica. Stelle nere, grazie alla pubblicazione della casa editrice bolognese Persiani, sta girando di mano in mano fra ricercatori e astronomi e la ragione non risiede soltanto nell’insolita storia di un osservatore di stelle mussoliniano. Il pregio dell’opera di Loreta è seriamente scientifico. Basta leggere i suoi scritti raccolti da Guido in appendice: il fascino e la puntualità della descrizione delle costellazioni sul soffitto del Teatro Anatomico dell’Archiginnasio Bolognese, il resoconto della “sorprendente aurora boreale” osservata sempre nella sua città nel 1737. E ancora, le favole sul “Corriere dei Piccoli” e i racconti mostruosi, che richiamano la fantascienza di H.G. Wells e le atmosfere alla Poe. E ancora e ancora, le illustrazioni, firmate dallo stesso Eppe. Impossibile non interrogarsi su quanto fosse variegato, e generoso, l’animo di un uomo che volle calarsi nel suo tempo, male compreso, con gli occhi sempre rivolti a qualcosa di più eterno e magico, buono, lassù.