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Storia dell’antisemitismo

Storia dell’antisemitismo

L’ebraismo ha assunto la sua forma attuale durante la cattività babilonese, nel VI secolo avanti Cristo. Nel 538 avanti Cristo il re persiano Ciro ha consentito a tutti gli Israeliti in esilio di fare ritorno. La provincia di Giudea, dopo la morte di Alessandro Magno, è passata prima sotto il controllo dei Tolomei e successivamente è entrata a far parte del regno dei Seleucidi di Siria-Palestina. In seguito alla breve parentesi delle rivolte dei Maccabei e del regno degli Amonei, i Romani integrano la regione nel loro vastissimo impero, ponendo come re vassallo Erode il Grande. In seguito alla conquista definitiva di Gerusalemme e la distruzione del tempio a opera di Tito nel 70 dopo Cristo, comincia la diaspora del popolo ebraico e con i primi contatti tra ebrei e non ebrei sono sorti i primi focolai di antisemitismo. L’antisemitismo ha avuto inizio quindi nel momento in cui gli Ebrei sono stati riconosciuti come un gruppo etnico con usi, diritti e costumi religiosi e culturali propri. Questo ha portato un odio che perdurerà per secoli, a qualsiasi latitudine, nei confronti di un popolo la cui forza morale e l’incrollabile identità religiosa e culturale sono sempre state viste come un corpo estraneo o peggio un comodo capro espiatorio o un pericolo...

Peter Schäfer è riuscito, secondo le sue stesse parole, in un’impresa ardita, ossia scrivere una storia completa dell’antisemitismo. Una storia che parte dall’epoca precristiana fino alla storia recente. Come diceva lo storico Theodor Mommsen, l’antisemitismo è vecchio quanto la stessa diaspora ebraica. Il nodo centrale più importante nel libro riguarda l’utilizzo del termine antisemitismo, un termine per indicare tutte quelle forme manifeste di odio e ostilità contro gli ebrei dalle origini ai nostri giorni. Secondo l’autore però si tratta spesso di un anacronismo, poiché il termine è stato coniato soltanto nel XIX secolo per fornire una parvenza scientifica alla teoria razzista dell’eterna lotta tra la cosiddetta razza ariana e la razza semitica. Il libro descrive perciò varie forme di odio nei confronti del popolo ebraico che sono emerse nel corso della storia e nel contempo tenta di trovare i tratti comuni e le differenze tra i vari episodi. Interessante anche il concetto espresso dall’autore sulla sua contrarietà a una distinzione tra antigiudaismo, inteso come espressione specificamente cristiana del l’antisemitismo, e antisemitismo, inteso come la sua moderna variante etnico-razzista. Questo perché sono due aspetti che s’intrecciano e si sovrappongono continuamente.