
Cammina sulla stessa strada dove è passato per tante volte suo padre e ricorda. Conosce la collina e quelle che seguono in ogni particolare, tra piante e nuvole. Suo padre partiva presto al mattino e prima di scendere in pianura girava per cascine, parlava con i contadini ancora assonnati e iniziava il mercato, il suo lavoro di sensale. Parlava poco e la vedovanza lo rendeva più accorto. È la Sandiana che lo accompagna in questi pensieri, una donna concreta nei gesti e parca di parole. Lasciata la Bicocca, suo padre la portò a casa non come moglie, ma neanche come serva, una solida compagna che si prendeva cura di tutti. È lei che gli racconta di suo padre, dei tanti sacrifici e del suo duro e solitario lavoro e della vecchiaia. È sempre lei che lo sprona ad andare a scuola e a dimenticare il paese, a non vergognarsi della sua provenienza. È con la Sandiana che rivede suo padre giovane, vivo ballare e non solo nei pochi metri di terra accanto alla chiesa. Ormai adulto, nell’inverno della città porta nel cuore queste colline, i canneti, le nuvole e i volti, sono ricordi preziosi. Cose vere difficili da raccontare a chi non le ha vissute. Quando ha davvero conosciuto suo padre?
Storia segreta è la novella di chiusura della raccolta Feria d’agosto del 1945 di Cesare Pavese. In questo prezioso volume edito con materiali di pregio nella collana i fuoriserie da Divergenze è da sola. È così che il lettore può concentrarsi e cogliere la limpida intimità dei pensieri di Pavese. Quelle colline che fanno da sfondo al cadenzato vivere della gente. Lavoro, campagna, animali: una vita semplice e dura, temi ricorrenti nella produzione dell’autore. Si coglie il desiderio e il timore al tempo stesso di crescere, lasciare la collina ed esplorare la pianura e la città. Queste colline sono amate e conosciute fin nei minimi dettagli e la narrazione in prima persona porta il lettore nel punto di vista del protagonista. Questo rende il racconto pieno di meraviglia e stupore, sia quando cammina da solo, che quando lo fa in compagnia, ascoltando. La conoscenza e le esperienze per Pavese sono ricordi ed è possibile riviverli una seconda volta attraverso la memoria, ma non si può conoscere ciò che non sì è già vissuto in precedenza, i racconti altrui per Pavese non danno la vera conoscenza. Il luogo mitico dell’infanzia suscita un’emozione intensa, piena di nostalgia e speranza, pur sapendo che, nell’età adulta, tanto potrà cambiare e la realtà ingrigire. Questo ha scritto Pavese nel risvolto della prima edizione della raccolta Feria d’agosto: “Non sempre si scrivono romanzi. Si può costruire una realtà accostando e disponendo sforzi e scoperte che ci piacquero ognuno per sé, eppure siccome tendevano a liberare da una stessa ossessione, fanno avventura e risposta. Qui, come in tutte le avventure, si è trattato di fondere insieme due campi d’esperienza. E la risposta potrebbe essere questa: solamente l’uomo fatto sa essere ragazzo”. Leggere Storia segreta senza timore reverenziale sarà come camminare piano in collina, a fianco di un amico, che ci confida i suoi pensieri con una luce radente a illuminare il suo animo.