
Non basta conoscere solo tempi e misure per capire l’atletica. Non sono importanti solo i risultati delle gare. Non ci si può limitare ai manuali tecnici e agli annuari. Le prove di atletica sono l’esaltazione dei gesti fondamentali dell’uomo, correre saltare lanciare, e complessivamente rappresentano lo sport più universalmente praticato dai sapiens, quello dove atleti di Paesi come l’Etiopia e la Giamaica sono in grado di battere potenze come Stati Uniti e Russia, quello dove ognuno dei Paesi del mondo è in grado di produrre un campione (prima o poi è accaduto). Un rettilineo per correre, uno spiazzo per saltare, un oggetto da lanciare sono a disposizione di tutti quasi ovunque e quasi a ognuno è concessa una possibilità di approccio, indipendentemente da censo, etnia e provenienza. Per conoscere l’atletica è necessario allora documentarsi sul contesto sociale e culturale in cui l’attività si svolge. Tempi e misure, risultati e tecniche sono stati spesso condizionati dalle singole storie nazionali e dalla geopolitica globale. La storia sportiva dell’atletica si intreccia di continuo con la Storia culturale e istituzionale, spesso scadenzata dai quadriennali Giochi Olimpici, evento decisivo per tutti gli sport riconosciuti, a sua volta programmato o boicottato per la dinamica contingente dei poteri interni e delle relazioni internazionali, delle guerre e delle altre discriminazioni o ostilità. La vittoria e la perdita di medaglie ha spesso cambiato il corso della storia, all’interno e all’esterno dei confini patri, più ancora che l’ottenimento dei record di tempi e misure. Ripercorrere alcune vicende dell’atletica e dello sport aiuta davvero a ricostruire quanto globalmente sta accadendo nell’ultimo secolo e mezzo...
L’ottimo giornalista sportivo Nicola Roggero (Casale Monferrato, 7 ottobre 1964) mette in esergo del suo bel libro (dedicato alla mamma) una frase di Mandela sullo sport che “ha il potere di cambiare il mondo” (espressa in occasione della Coppa del Mondo di Rugby del 1995 in Sudafrica). Attraverso venti efficaci capitoli sul nesso fra eventi dell’atletica e eventi della Storia di oltre un secolo, riempie di notizie e curiosità un percorso che va dalla questione dei nativi americani (il primo capitolo sulle “medaglie negate” nel 1912) alla tragedia del popolo ucraino (l’ultimo capitolo), passando per i due conflitti mondiali e l’olocausto atomico di Hiroshima, gli anni della Guerra Fredda e i carri armati che schiacciarono Budapest e poi Praga, la lotta per i diritti civili degli afroamericani e la fuga per la libertà superando il muro di Berlino, sino ai movimenti per l’emancipazione delle donne e per l’autodeterminazione dei popoli aborigeni. Troverete tanti episodi e tanti nomi (elencati nell’indice finale alfabetico), alcuni noti e altri meno, tutti portatori di messaggi (come i tedofori) spesso più significativi della carriera individuale dei singoli atleti e atlete (c’è anche l’elenco dei maggiori protagonisti citati, in ordine di apparizione). Di tennistavolo si parla nel capitolo su “Borzov e il pasticcio americano”, dei due saltatori in alto sulla copertina e a pagina 1 nel capitolo intitolato a “Gagarin in pedana”.