
C’era una volta... un’oca se ne sta placida e tranquilla sulla riva di un ruscello ad ammirare il panorama, le pietre lisce, gli alberi. È così perfetto che le viene sonno. A distrarla dal pisolino è il passaggio di un bambino. Anche lui vive in un posto perfetto: una casa linda e curata. E anche a lui capita di annoiarsi. Il modo migliore per sconfiggere la noia, convengono i due, è giocare! …un paese senza angoli dove tutti giocano con la palla, in tutte le sue varianti, dai bambini con le biglie ai nonni con le bocce. Un giorno arriva dalle colline un venticello tiepido che porta con se alcuni semi, i quali fanno nascere quattro alberelli che formano tra loro una forma mai vista, in quel paese dove tutto è tondo. Dopo diverso tempo quei quattro alberelli diventano il posto in cui i 5 bambini della Banda Del Vetro Rotto si rifugiano, naturalmente a giocare! …una bambina tanto carina di nome Yo-Yo, che se ne sta sempre seduta sulla sua poltroncina a lasciarsi ammirare. Osserva i bambini giocare fuori e sguazzare nel fango quando piove, nella neve in inverno, mentre lei torna a casa da scuola svelta svelta, per non sporcarsi, come le dice la mamma. Yo-Yo ammira tutto ciò che è polveroso e per questo è affascinata dal laboratorio di un falegname e si ferma qualche minuto ad osservarlo, tornando da scuola. Sarà proprio il falegname a regalarle quella rotellina e la cordicella sottile che la faranno diventare campionessa olimpionica del gioco da lei inventato! ...un bambino se ne deve restare a casa perché in un giorno di vento s’è preso una brutta raucedine e si annoia a morte. La mamma gli regala un album da disegno e delle matite colorate per fargli passare il tempo, ma a lui non piace disegnare. Allora si mette a piegare i fogli e gli viene fuori una specie di farfalla: l’attacca con lo spago su una matita, la infila in un vaso del davanzale e questa, con il vento, comincia a gira re: che bel gioco! ...un vecchio saggio che vive nella città di Shanghai, racconta spesso, ai suoi tanti figli e nipoti, la storia di un pescatore di gamberi che tornava sempre con le reti stracolme. Un giorno, però, torna con la barca vuota e così il giorno successivo e per molte settimane ancora. Il figlio maggiore, Shai-Gha, troverà il modo di distrarre il padre dalle sue preoccupazioni, naturalmente attraverso un gioco!
Storie per gioco, in realtà, è alla sue seconda edizione. L’autrice, infatti, l’ha già pubblicato nel 1998 con Nuove Edizioni Romane, per la collana “Nuova biblioteca dei ragazzi” che ha vanta nomi come Roberto Piumini. Due anni dopo Anna Vivarelli avrebbe ricevuto il premio Battello a Vapore per dedicarsi poi esclusivamente alla letteratura per ragazzi che ora la vede affermata e premiata anche dal Premio Andersen, nel 2010 come migliore scrittrice. Nell’edizione del ‘98 era diverso il formato e diverse erano le illustrazioni, fatte da Maria Toesca. Questa volta, a collaborare con l’autrice, viene chiamato Andrea Rivola che alle tavole molto colorate della Toesca preferisce selezionare il turchese e l’arancio che, uniti al massimo con il bianco e il nero, danno al libro un tocco di antico, come i giochi di cui viene raccontata la storia. Una storia immaginaria, a tratti verosimile, come quella sul puzzle o sulle ombre cinesi, ma più spesso surreale, come i quatto cantoni o lo shanghai o ancora il gioco dell’oca che ha per protagonista proprio la bianca pennuta richiamata più volte, tra le pagine, dai disegni di Rivola. Proprio questo gioco viene proposto ai bambini nella terza di copertina, con un tabellone da staccare e le pedine da ritagliare. Piccola curiosità rivelata in un’intervista che tanto piace a noi “mangiatori di libri”: “il libro che piace lo si divora, e in effetti quando ho tra le mani un romanzo che mi interessa e mi affascina, provo una sorta di golosità, di fame...” - dice l’autrice parlando del suo Storie da mangiare, recensito necessariamente qui su Mangialibri.