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Sutra degli alberi

Sutra degli alberi

Il percorso di Tiziano Fratus verso e nel buddismo è lungo e articolato. Il primo e vero incontro è avvenuto grazie all’opera Shōbōgenzō - tradotta come Il Tesoro dell’Occhio del Vero Dharma o della Vera Legge -, stilata da Eihei Dōgen nel tredicesimo secolo. L’interesse dell’autore era iniziato molto tempo prima, in verità, recandosi nei boschi, venendo a contatto con la natura, percependosi natura. Inizialmente era poco più di una “astratta simpatia francescana”, qualche ritiro, qualche lettura sul tema. Aveva certamente letto Siddharta di Herman Hesse come quasi tutti gli adolescenti della sua generazione, aveva visto film come Sette anni in Tibet e Il piccolo Buddha ma, in seguito, il bisogno di intraprendere un percorso in linea con le generazioni precedenti ma del tutto personale si fa sempre più pressante e, soprattutto, sempre più orientato verso la natura (gli alberi, in particolar modo). È come se nell’autore nascesse una forte consapevolezza di essere egli stesso un albero, pronto a collegarsi agli altri alberi. Attorno ai venti-trenta anni comincia a ricercare sempre più la compagnia delle montagne che preferisce enormemente rispetto a quella dei propri consimili. Tuttavia, percepisce il rischio effettivo di diventare un solitario, un presuntuoso, una persona che si ritira dal mondo quasi con egoismo. Così comincia a frequentare vari maestri, a visitare scuole differenti, a leggere innumerevoli testi per comprendere meglio quale possa essere la giusta via...

Tiziano Fratus raccoglie in questo bel volume di trecento e passa pagine pensieri, riflessioni, meditazioni, brevi biografie di eremiti e saggi del passato, luoghi da visitare e (utilissima e bellissima!) una playlist di brani da ascoltare che possono ispirarci o accompagnarci durante i nostri personalissimi percorsi silvani. Sutra degli alberi non è un libro comune. Anche se può essere letto ordinatamente, pagina dopo pagina, non nascondo che a volte potrebbe essere piacevole aprirlo a caso, facendosi guidare dall’intuito per leggere ciò che capita sottomano. I brani sono solitamente brevi e davvero molto piacevoli. In generale sono testi che fanno pensare, mettono l’accento sui dubbi più che sulle certezze, ma alcune storie di vita vissuta -le avventure con i gatti, ad esempio- fanno pure divertire. È percepibile il percorso tortuoso e difficoltoso che l’autore ha compiuto e sta tuttora compiendo per cercare...o per non cercare altro. È assai utile per chi sta seguendo un cammino non per forza buddista ma spirituale in generale perché insegna la pazienza. Insegna come esistano tanti modi per e di stare al mondo e come ognuno debba trovare il proprio. Come certi insegnamenti possano non essere utili per chi, magari, abbia la fortuna di necessitare solo di silenzio. Niente maestri, niente seminari, niente altro che la vita attorno a noi: forse questa è la vera meditazione. È un libro che allarga lo sguardo e, nel farlo, ci porta a stretto contatto con i nostri bisogni, i nostri dubbi e i nostri desideri. Ci insegna come nulla sia facile eppure tutto sia semplice. Un bel libro da consultare e regalare e che sicuramente è un punto di partenza per altre letture, esperienze, consapevolezze. Merita anche il sito dell’autore: www.studiohomoradix.com