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Tandem

tandem

Armand ha spesso mal di schiena e, poiché non dorme bene, il medico gli consiglia di praticare lo yoga. Si iscrive quindi a un corso per principianti al centro Cotxeres, nel quartiere in cui vive. Alla prima lezione si rende conto di essere l’unico uomo tra una dozzina di donne. Anni fa avrebbe trovato la cosa parecchio imbarazzante, mentre ora non gli interessa più. Anzi, si sente a suo agio. Una mattina Elena, una delle sue compagne di corso, gli chiede se è il papà di una tale Sílvia, una ragazzina con cui suo figlio Marc voleva sempre giocare da piccolo e che ha frequentato insieme a lui la scuola Estrella. Secondo i ricordi della donna, insieme ad altri genitori un giorno di diversi anni prima sono andati tutti insieme allo zoo. Mentre la donna parla, Armand osserva con attenzione i suoi begli occhi, che tendono a fuggire il contatto diretto. Armand non è un bugiardo, in genere, ma l’istinto gli suggerisce di assecondare i ricordi della donna, perché convinto che, in caso contrario, finirebbe per darsi la zappa sui piedi. Pensa anche che quella piccola bugia possa essere l’unico modo per risultare attraente agli occhi di quella donna, che altrimenti non lo noterebbe affatto. Lui, invece, è da un po’ che l’ha notata, perché è tra le meno anziane del gruppo e ha, secondo lui, un corpo seducente e ben proporzionato. Lei si chiama Elena e quando, al termine della lezione di yoga, percorre un pezzo di strada insieme a una compagna di corso, Armand la segue. All’improvviso la perde e, maledicendosi per la sua disattenzione, torna sui suoi passi e si infila in un bar. Elena è lì e sta bevendo un caffè. Armand ama le donne che bevono caffè al posto del caffelatte. Avvicina Elena, che non si mostra sorpresa di vederlo, e i due cominciano a parlare di figli, quello vero di lei, Marc, e quella inventata di lui, Sílvia…

Due adulti. Due vite già in parte vissute. Un uomo e una donna che hanno dimenticato cosa significhi liberarsi di tutto ciò che li incatena e ritrovare la gioia e la spontaneità del presente. Elena e Armand, i due protagonisti del breve romanzo di Maria Barbal - acclamata scrittrice catalana il cui lavoro d’esordio Come una pietra che rotola è stato tradotto in sedici lingue - mostrano al lettore come esplorare le capacità umane e lo invitano ad abbandonare la routine, a ripensare alla propria vita, a ricominciare ad assaporarla e ad apprezzarne ogni sfumatura. Vedovo e in lotta continua con i fantasmi del suo passato lui, che ha rapporti sporadici con il figlio trasferito da anni all’estero; impantanata in una stanca routine lei, che vive con un marito poeta e intellettuale con cui poco ha da spartire. Le loro vite si incontrano in modo del tutto casuale e si connettono, senza porsi obiettivi, senza promettersi nulla. Semplicemente stanno bene insieme e vivono la nuova opportunità che è stata loro concessa in piena consapevolezza. Attraverso l’utilizzo di frasi brevi e dialoghi essenziali, la Barbal mostra episodi essenziali della nuova realtà di Elena e Armand, episodi che si incastrano alla perfezione, come tessere di un puzzle e formano una nuova immagine, da esplorare insieme, uniti. Perché è sostanzialmente questo il messaggio del romanzo, tanto semplice quanto potente: solo pedalando insieme, come se si stesse percorrendo la vita a cavallo di un tandem, una nuova felicità non è solo possibile, ma diventa tangibile e ha un sapore tutto nuovo, che sa di condivisione, di leggerezza e di empatia. Una storia che rispecchia la vita adulta e non promette colpi di scena o situazioni mielose; una vicenda che sottolinea il diritto alla libertà di godere del cambiamento e alla felicità, non quella che promette viaggi sorprendenti o meravigliosi, ma quella che incoraggia a pedalare e a godere, insieme, del paesaggio.