
Vivere sulla propria pelle l’urto del distacco, l’insolenza degli anni che trascorrono nel vuoto incolmabile di un’assenza, dopo essere stati testimoni impotenti di un canto sotterraneo che bussa alle vertebre, della presenza di un tarlo che corrode instancabile, scavando nelle ossa fino a dissolvere la vitalità. L’elaborazione di un lutto che induce la mente a battere i sentieri del ricordo, appoggiandosi ora alla malinconia ora al tentativo di comprendere e interpretare, pur senza mai sottrarsi al tributo inevitabile della sofferenza. Declinare il tema dell’addio racchiudendo, con mano audace, nello stesso universo di dolore, la corposità di fantasmi riemersi dal fitto groviglio del passato e catturati nella parola. Risalire lungo il corso insidioso di amori spezzati e inconclusi, perché ogni forma di addio, compresa la fine di un amore, rappresenta sempre una prova generale della vera fine, cioè della morte…
Tema dell’addio è una raccolta di poesie che Milo De Angelis concepisce nella tragica circostanza della morte della propria moglie, la poetessa Giovanna Sicari, prematuramente scomparsa nel 2003 a causa di un male incurabile. La pubblica Mondadori nel 2005, raccogliendo un vasto riscontro di pubblico ed un lusinghiero consenso di critica. Il libro rivela già dal titolo un senso riconoscibile, come qualcosa che segretamente ci appartiene, perché già da noi in qualche modo pensato e sofferto, perché il tema dell’addio ci assilla da sempre. Il poeta milanese lo affronta in maniera concreta, con uno sguardo che trattiene dignitosamente il dolore e lo restituisce in un verseggiare che nulla concede alla pietà o al giudizio. Nessun fondo della disperazione da toccare e, a partire da lì, poi riemergere; ma eleganza d’intonazione, compostezza pacata e quasi imbarazzante nella modulazione della voce, non disgiunta tuttavia da una ragionevole curiosità che cerca il germe della morte, sepolto da qualche parte, nella complessa semplicità della realtà quotidiana.
Tema dell’addio è una raccolta di poesie che Milo De Angelis concepisce nella tragica circostanza della morte della propria moglie, la poetessa Giovanna Sicari, prematuramente scomparsa nel 2003 a causa di un male incurabile. La pubblica Mondadori nel 2005, raccogliendo un vasto riscontro di pubblico ed un lusinghiero consenso di critica. Il libro rivela già dal titolo un senso riconoscibile, come qualcosa che segretamente ci appartiene, perché già da noi in qualche modo pensato e sofferto, perché il tema dell’addio ci assilla da sempre. Il poeta milanese lo affronta in maniera concreta, con uno sguardo che trattiene dignitosamente il dolore e lo restituisce in un verseggiare che nulla concede alla pietà o al giudizio. Nessun fondo della disperazione da toccare e, a partire da lì, poi riemergere; ma eleganza d’intonazione, compostezza pacata e quasi imbarazzante nella modulazione della voce, non disgiunta tuttavia da una ragionevole curiosità che cerca il germe della morte, sepolto da qualche parte, nella complessa semplicità della realtà quotidiana.