
Ava si è trasferita, dopo la laurea, da Dublino ad Hong Kong. La tristezza non l’ha ancora abbandonata e il precario lavoro da insegnante di inglese non le dà grandi soddisfazioni. La scuola TEFL è nel distretto commerciale, assumono solo insegnanti bianchi – anche se ovviamente non è scritto da nessuna parte – e il loro turnover è elevatissimo. Lo stipendio è basso, lei deve insegnare grammatica inglese a bambini ricchi e senza perdere troppo tempo per andare in bagno tra un’ora e l’altra. I rimproveri di Joan, la sua capa, e l’indifferenza di Benny, il direttore della scuola, non contribuiscono a renderle facile la vita. Non frequenta i colleghi della scuola, cerca compagnia in altri ambienti più stimolanti. Vive in un in un Airbnb infestato da scarafaggi e condiviso con altre ragazze poco socievoli, ma sogna altro. I soldi sono pochi e il suo “fondo per l’aborto” lo ha investito per partire. Le cose iniziano a cambiare quando conosce Julian, un giovane banchiere inglese. È decisamente benestante, una laurea presa ad Oxford, lavora per diventare top manager e, cosa niente affatto trascurabile, ha un bellissimo appartamento. Per Ava è facile accettare la sua proposta di andarci a vivere come “inquilina speciale”. Si fanno compagnia e ogni tanto fanno sesso. Non è una vera e propria relazione, ma a loro due basta. Ava si sforza di apparire quello che non è, di sentirsi a proprio agio tra di amici altolocati di Julian e di camuffare il suo accento irlandese. A sconvolgere questa calma apparente arriva Edith, per metà inglese e per metà di Hong Kong. È un avvocato in carriera, sempre col telefono in mano. Tra Ava e Edith nasce un’amicizia e si frequentano all’insaputa di Julian, partito per l’Inghilterra da qualche mese. Tra le due donne nasce una sintonia. Ava è tranquilla con lei e si mostra per quello che è, con tutte le sue insicurezze. È per questo che Edith la coinvolge nel suo mondo, sempre di più…
Tempi eccitanti è il romanzo d’esordio della dublinese Naoise Dolan. Lo ha tradotto in italiano Claudia Durastanti, indovinando alla perfezione lingua, sfumature e intenzioni. È scritto in prima persona, con Ava come narratrice. Questo affievolisce l’incisività delle controparti Julian e Edith, che sembrano lì solo per riflettere l’interiorità della protagonista. È un romanzo contemporaneo che interroga, con lucida sincerità, il tema delle relazioni e la loro natura, la difficoltà di esprimere i sentimenti e di accettarsi per come si è. La Dolan osserva diversi contesti sociali, analizza con molta attenzione tematiche forti: il linguaggio, l’identità, il potere del denaro in relazione all’affermazione di sé, la bisessualità. Ava ama definirsi “strana”, femminista, comunista, vegana, ma non si conosce veramente. Tempo e linguaggio sono centrali, in questo romanzo. Il tempo interiore entra in conflitto con quello esterno. La lingua passa dall’irlandese materno all’inglese che permette alla protagonista di interagire con gli altri. Ava riflette ossessivamente sul significato delle parole, sull’intenzionalità delle espressioni, nello spasmodico tentativo di conoscersi e affermarsi, oltre che di decifrare, prevenire e compiacere chi la circonda. Questo è evidente nel rapporto con il cinico Julian. Poche le concessioni emotive, l’unica cosa che li lega è il denaro, paradossale collante del loro rapporto. Il potere che questo assume ha un ruolo di rilievo nella narrazione, dato che per la protagonista riuscire a raggiungere una posizione di forza sembra fondamentale, pagando però un prezzo di umiliazioni e svilimento molto alto. Compagno virtuale di Ava, al quale si rivolge in modo ossessivo, è Instagram. È con questo social che contrappone sentimenti e pensieri, seguendo le storie di Edith, Julian e delle altre persone per i quali allestisce il suo spettacolo. Fa da sfondo alla storia Hong Kong, una città scintillante, caotica e indifferente, simbolo di uno stile di vita globalizzato e insostenibile. Ava non ha ben chiaro il suo orientamento sessuale, è riflessiva, istintiva, diretta e confusa; è piena di ansie e dubbi, come tutti. Se il sesso con Julian è per tacito accordo un simbolico prezzo da pagare per l’alloggio e il lusso, con Edith Ava scopre nuovi sentimenti, forse l’amore. Ecco la paura, Julian non può ferire, Edith sì. È per questo che Ava tiene ben separate le due relazioni, evitando la responsabilità di trovarsi a fare i conti con la realtà, di uscire dal guscio e prendere delle decisioni. Tempi eccitanti mette al centro il desiderio femminile, osservandone contraddizioni e complessità e infine accettandolo. Il mondo di Ava gira prevalentemente più nei pensieri della sua mente, che nella vita fatta di atti e scelte concrete e questo vorticare impetuoso può dare un’impressione claustrofobica. L’empatia con questa antieroina insicura, asociale, respingente, non è certo immediata. E nel bene e nel male si resta aggrappati a questa voce che oscilla tra il disincanto e lo stupore. È la voce di una donna che sgomita, lavora e soffre per guadagnarsi a ogni costo il proprio diritto ad esistere libera. “Mentivo spesso per non offendere i sentimenti di qualcuno o piacergli”: il lettore può seguire e vedere il racconto di Ava, ma immergersi nella storia no, una parete di vetro è lì a separare.