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Teodora - I demoni del potere

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Ottobre del 524 d.C., Costantinopoli. La danzatrice, gambe tese e riccioli neri che formano una lunga cascata sulla schiena, si china all’indietro fino a formare un arco perfetto. Il suo corpo pare ricoperto di riverberi dorati, mentre i piccoli seni si alzano e si abbassano come a mimare dei sospiri e il ritmo degli strumenti - tamburi e flauti - si fa sempre più incalzante. Quando, a fine esibizione, il pubblico prorompe in un fragoroso applauso, Teodora, la padrona di casa, avvolta in un abito di bisso azzurro quasi trasparente, appoggia la testa sulla spalla di Giustiniano e ricorda il tempo in cui anche lei era ballerina e si esibiva nelle stesse evoluzioni dell’artista di cui hanno appena apprezzato lo spettacolo. Giustiniano le ricorda che, durante le sue rappresentazioni, lei era parecchio più nuda della ragazza dai riccioli scuri e Teodora si lascia andare a una sonora risata. La serata è un successo. Gli ospiti sono eterogenei e ben assortiti. Ci sono notabili e funzionari che fanno parte della cancelleria di Giustiniano e del palazzo imperiale, insieme a ex colleghe di Teodora e aurighi del circo di gran successo. Teodora controlla con la coda dell’occhio che tutti gli ospiti abbiano il calice pieno e che i vassoi d’argento con il cibo siano alla portata di ciascuno di essi. Tutto deve continuare a essere impeccabile. Le sue feste, d’altra parte, sono famose in tutta la città. Se sei qualcuno a Costantinopoli, devi essere stato invitato almeno una volta a una cena da Teodora. Giustiniano l’ha fatta nominare patrizia, quindi casa sua non è più quella di una donna di malaffare. Può essere frequentata in tutta serenità. Inoltre, lei è la donna di Giustiniano, il più potente ministro del governo e, cosa ormai nota a chiunque, il vero padrone dell’impero. Prima di frequentarlo, a Teodora era stato detto che Giustiniano era un uomo calcolatore, freddo e inavvicinabile. Lei è riuscita a smussare gli angoli più taglienti di quell’uomo e, soprattutto, gli ha insegnato a divertirsi…

Figlia della frangia più povera e derelitta di Costantinopoli, la città dell’Oriente opulenta e fastosa, la protagonista del romanzo di Mariangela Galatea Vaglio - scrittrice di saggi storici, le cui Pillole di Storia sono seguitissime sui social - è stata costretta, fin da giovane, a fare del proprio corpo l’unica moneta di scambio in grado di garantirle la sopravvivenza. Ballerina ammaliatrice, che si esibiva mezza nuda al cospetto dei nobili della città, ha imparato l’arte di arrangiarsi, è l’unica artefice del proprio successo, di cui non rinnega alcun passaggio. Anzi, la fierezza dei risultati raggiunti, in riferimento al piolo più basso della scala sociale dal quale è partita, è dipinta sul suo volto e fa di lei un personaggio intrigante e apprezzato, anche quando è costretta a giocare sporco per una buona causa. La Vaglio, nel secondo volume della trilogia dedicata alla figura della popolana divenuta non solo patrizia, ma addirittura compagna di un personaggio davvero di rilievo nella storia dell’epoca proto bizantina, racconta le vicende della figlia prediletta di Costantinopoli, la donna scaltra e intelligente capace di fiutare l’umore dei suoi concittadini e di indirizzare, di conseguenza, le scelte e le mosse di Giustiniano, il ministro più potente dell’impero romano d’Oriente, l’uomo che, grazie a lei, ha imparato a perdere le sue angolosità e a mostrare autorevolezza ma anche empatia con il popolo, elemento che si rivela fondamentale per la sua ulteriore ascesa al potere. “Ci sono miracoli che possono riuscire solo a una donna”, si legge nel romanzo. Ed è così. Seguendo le vicende delle varie figure di questa storia corale, la Vaglio analizza, con una ricchezza di particolari così profonda da rivelare ad ogni riga l’intenso lavoro di ricerca su cui poggia l’intera narrazione, il carattere di una donna che è stata capace, da sola, di individuare intrighi e crisi, nonché di suggerire le mosse giuste per arginarli prima che la situazione precipitasse. Un accurato ritratto di un’epoca e di una personalità interessanti e singolari, di cui purtroppo si conosce ancora troppo poco e che la penna della Vaglio sa raccontare con estrema accuratezza e precisione, accendendo l’interesse del lettore e il suo desiderio di saperne un po’ di più.