
Grazia e Andrea combattono da tempo la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina. Andrea più di Grazia, almeno in apparenza, crede fermamente nel movimento NOALPONTE, così tanto che, quando per l’ennesima volta ha cercato di appendere uno striscione esplicativo prima dell’inaugurazione di un nuovo cantiere, è precipitato a terra, finendo all’ospedale. La città è irriconoscibile. È una città a metà, proprio come quell’ammasso di ferraglia che è la prima parte di un’opera infinita, caldeggiata dal Governo, sanguisuga del benessere. La carta non si trova più, è diventato un bene rarissimo. Per non parlare dei libri, solo ed esclusivamente autorizzati. Grazia e Andrea sono sul lastrico, come tutta la popolazione. Hanno venduto tutto, lenzuola, vestiti, tutto. Le eurolire scarseggiano per tutti. Eppure c’è qualcuno che ignora una situazione devastante, puntando a un solo e unico argomento: l’asse verso Helsinki, rappresentato da quel mostro incombente, tra Scilla e Cariddi…
Germana Fabiano ci porta in una dimensione molto vicina alla distopia, ma non così lontana dalla cronaca politica e sociale. Tra Scilla e Cariddi è il titolo del suo romanzo ma è anche un modo di dire, significa trovarsi tra due enormi pericoli, proprio come i mostri delle leggende. La storia di Grazia, la protagonista, si inserisce in una trilogia, che include L’ultimo raìs e Motya. Il filo conduttore è la Sicilia che inganna e tradisce le sue promesse. Come la promessa di un futuro florido, con la costruzione del Ponte sullo Stretto. Un ponte inconcluso, come inconcluse sono le promesse del Governo. Una realtà tanto assurda quanto spaventosa. Le conseguenze delle scelte portate all’esaltazione e la metafora della condizione dell’essere umano, che tenta di forzare la natura e che, come sempre, prima o poi soccombe all’incontrollabilità degli eventi. Tra Scilla e Cariddi è anche un metaromanzo, in cui i libri rivestono un ruolo fondamentale. Sono i libri di Grazia, quelli che nasconde dal Governo, che non potrebbe leggere, ma che continua a leggere. Il ricordo della libreria in cui Grazia si rifugiava a leggere accanto al padre è ancora presente. La magia del mestiere del libraio, il profumo dei libri. Sensazioni ancora nitide. Una ricchezza che non fa paura, perché crea libertà di pensiero e indipendenza, pensiero critico. Quello che ha la forza della rivoluzione.