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Transamerica secondo me

Transamerica secondo me
Il potere di richiamo del calafate, bacca agrodolce che ti inchioda alla Patagonia, oppure la sorprendente gentilezza apparentemente fuori luogo e disorientante di Miriam, semplice e modesta affittacamere di Valparaiso, che ha perso una figlia per tifo nel Cile spaccato e insaguinato degli anni Settanta eppure ancora sorride. E poi l'Antartide che non è solo ghiaccio, deserto, freddo e silenzio, ma rivela inaspettate giornate di sole dove tutto è più chiaro, anche questo strano mondo dove bene o male viviamo. Oppure le enormi tazze da caffè colorate di un paesino sperduto ed anonimo sulle cime boliviane. Infine il capitolo delle frontiere, dove varcare un confine è sempre un incognita, tra malinconia oppure eccessiva puntigliosità di un gendarme, ma a dare forza  c'è l'ardente consapevolezza che si finisce qualcosa solo per iniziarne un'altra. Paesaggi, sensazioni, descrizioni, istanti di vita, di curiosità di conoscenza e riconoscenza anche verso dettagli apparentemente minimali, ininfluenti o quasi banali…
Sudamerica. Nessuna meta, nessun percorso predefinito. Solo uno spazio geografico e non solo da riempire, solcare, assaggiare. Il diario di viaggio di Silvia Dellapina, parmense di 31 anni, inizia così. Per godere la vita. Per emarginare e se possibile esiliare i ritmi consoni e consueti di vite lavorative, emotive e sociali stringenti e non sempre pienamente assaporate. Allora tutto va bene.Tutto fa ricordo,sensazione, pagina scritta. Un odore, un sapore, un rumore, come dice l'autrice. L'importante è il movimento. Muoversi è vivere. Ben scritto, confezionato e narrato, il libro non è il solito potpourri di appunti di un viaggiatore, tra gossip, curiosità, tradizione e provincialismo. Anzi. Nessun atteggiamento trendy o radical chic, bensì lo sviluppo di una esigenza interiore, di necessità ancestrali quali trovare il proprio io e collocarlo entro un possibile e determinato spazio, piccolo o ampio che sia. Nel complesso consigliabile anche se non perfetto. Forse troppo personale: e come si sa, ciascuno di noi è una sicura “imperfettitudine”.