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Transito

transito

La Marsiglia del 1940 è un crocevia di storie, persone, passioni, amori e soprattutto fughe. C’è chi è scappato da un campo di concentramento chissà come, chi dalla propria patria, chi semplicemente non riesce a star fermo nello stesso posto per più di un mese di fila. È in quest’ultima categoria che sembra rientrare un esule tedesco disgustato dall’ideologia nazista dei propri connazionali e capitato nella città francese dopo aver attraversato il Reno a nuoto. Nulla lo trattiene lì, finché non rimane invischiato in uno scambio di persona che porterà molti di chi lo circonda a crederlo un famoso scrittore, schivo ma geniale – in realtà morto e sepolto. Tra una visita al consolato messicano e una capatina all’ennesimo caffè, la vita dell’uomo si interseca con quella di Marie, una donna incappucciata perennemente alla ricerca di qualcosa o, magari, di qualcuno. Spinto dal sentimento che prova nei confronti di quella perfetta estranea che però non fa che incontrare casualmente, sfuggente come una piuma che viene trascinata via dal vento, il protagonista decide di partire, inerpicandosi nella sequela di passaggi burocratici necessari per salpare. In un susseguirsi di file, volti noti e sconosciuti, storie strappalacrime e croci uncinate, il protagonista si ritroverà spesso a interrogarsi se sia il caso di restare o di partire, scontrandosi spesso con quel suo alter ego, in una vera e propria fusione di identità di due uomini ugualmente persi…

Leggendo Transito si ha fin da subito la sensazione che l’autrice tedesca abbia vissuto sulla propria pelle tutta la trafila di disperazione e incertezza descritta dagli occhi del suo protagonista. Il realismo impiegato per raccontare è palpabile, così come lo sono le diverse storie degli esuli che si dividono un bicchiere di rosé o una fila al consolato con il narratore. È tutto lì, davanti agli occhi di chi legge. Non è una sorpresa quindi che la Seghers si sia trovata in una situazione analoga nel 1942, quando da Marsiglia scappò clandestinamente in Messico, così come cerca di fare l’uomo da lei descritto. Tuttavia, ci sono dei punti dolenti che rendono molto faticosa la lettura, primo fra tutti l’eccessiva lunghezza dei capitoli, che tendono a ripetere lo stesso copione più e più volte. Lo scambio di persona che avviene poco dopo l’inizio è intrigante, ma perde di brio a mano a mano che la storia si dipana, così come gli incontri con Marie. Il lettore, a lungo andare, potrebbe avere la sensazione di star leggendo sempre la stessa storia, le stesse vicende, solo spostate di qualche pagina, complice anche il senso di smarrimento e incertezza che caratterizza il protagonista. In sostanza, un libro ben curato dal punto di vista storico e contenutistico, che però stenta a coinvolgere chi legge.